«Angelo ucciso da un infarto fulminante» 

Il referto sulla morte del noto avvocato e giornalista. I funerali oggi a Montesilvano alle ore 14,30

MONTESILVANO. È stato un infarto fulminante a uccidere l’altro ieri Angelo Minnucci, l’avvocato pescarese di 55 anni, residente in via Chiarini di Montesilvano, il cui corpo è stato trovato dal fratello Paolo, giornalista, presentatore di eventi e noto volto televisivo.
A dichiararlo dopo la ricognizione cadaverica è stato il dottor Arcadio Damiani. La salma di Minnucci dalla tarda mattinata di ieri è esposta alla Casa funeraria delle onoranze funebri Ruggero, a Silvi marina. I funerali invece si terranno oggi, alle ore 14.30, nella chiesa di Sant’Antonio a Montesilvano. Il rinvenimento è avvenuto alle 18,30 circa di sabato scorso. È stato Paolo Minnucci, visto che il fratello non rispondeva al citofono, a entrare in casa. Angelo era allungato a terra, riverso nelle vicinanze del letto, dove probabilmente stava cercando di avvicinarsi quando si è sentito male.
La richiesta dei soccorsi è stata immediata, ma per l’avvocato non c’era più nulla da fare: probabilmente era morto già da qualche ora. L’ultima a sentirlo era stata la cognata, Maria Ida Masci, vedova del primo fratello Luigi Minnucci, deceduto nel 2008. Verso le 11,30 la cognata è scesa dall’appartamento al piano superiore e ha bussato alla porta di Angelo, che però non ha aperto, ma solo perchè non era ancora vestito. Alla richiesta se avesse bisogno di qualcosa l’avvocato ha risposto no e lì è finito il contatto. Quando infatti Ida è rientrata a casa, poco prima delle 14, è rientrata a casa e solo dopo 4 ore e mezza è stata fatta la tragica scoperta. La morte di Angelo ha gettato nello sconforto l’intera famiglia, composta dal fratello Paolo e dalla sorella Rita, dalla cognata Maria Ida e dai nipoti Carlo e Davide. Ma ha scioccato i tanti amici che Angelo aveva a Pescara, e con i quali aveva creato la prima squadra di baseball della cittadina. Dal nucleo di amici che abitavano in via Castagna, infatti, nacque il mito di uno sport trapiantato grazie a un amico tornato dall’America con una palla e un guantone. Ieri questi amici si sono ritrovati tutti attorno ad Angelo, una persona buona, colta e ironica, che aveva sempre il sorriso sulla bocca e una parola buona per ogni occasione. Un sorriso che mancherà a tantissime persone. (l.d.f.)