VELENI SOTTOTERRA

Bussi, contaminate le acque sotto le discariche

Nuova denuncia degli ambientalisti del Forum H2O mentre si avvicina la sentenza di secondo grado: decine sostanze cancerogene in falde, veleni verso la Val Pescara

BUSSI. Decine di sostanze tossiche e cancerogene oltre i limiti di legge nelle acque al di sotto delle discariche 2A e 2B, lungo il fiume Tirino, a monte dello stabilimento industriale di Bussi, sede della cosiddetta megadiscarica dei veleni. È la «nuova devastante novità quotidiana» illustrata dal Forum H2O, che solo ieri aveva denunciato la presenza di diossina lungo il fiume Pescara nella zona della discarica Tre Monti. Anche alla luce delle novità gli ambientalisti sottolineano che «i veleni possono uscire dal sito e continuare il loro viaggio verso valle, l'area densamente popolata della Valpescara dove abita mezzo milione di persone». Una nuova denuncia mentre si avvicina la sentenza del processo in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila: la decisione per i 19 imputati è prevista per il prossimo 17 febbraio.

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Le analisi dell'ottobre 2016 - il Forum ha avuto accesso ieri anche ai monitoraggi che l'Arta assicura per i piezometri per il controllo delle acque di falda sotto le discariche 2A e 2B - provano che «l'acqua di falda è fortemente contaminata: ci sono 20 parametri oltre i limiti di legge. Giusto per dare due esempi - dicono gli ambientalisti - l'esacloroetano ha valori 584 oltre i limiti di legge e l'1,1,2,2 tetracloroetano è a 1.740 volte i limiti. Diversi superamenti sono stati riscontrati anche nel punto di campionamento più vicino al fiume Tirino». Il Forum H2o sta eseguendo vari accessi agli atti negli enti coinvolti nel procedimento di bonifica, che, ricorda l'associazione, «è stato attivato nel lontano 2004. Poi nel 2007 sono arrivati i sequestri delle discariche, prima Tremonti, lungo il fiume Pescara, e poi 2A e 2B, lungo il fiume Tirino, tra stabilimento e paese. Infine la perimetrazione del sito nazionale di bonifica decretata nel 2008».

Gli ambientalisti tornano anche a parlare del Piano di caratterizzazione della discarica Tremonti, approvato il 17 dicembre 2015, «documento fondamentale, per la cui esecuzione è stato speso un milione di euro». Citando «alcune cose che non quadravano», il Forum H2o ricorda di essersi subito attivato per «contestare l'ipotesi 'tabula rasà e a fine dicembre la Regione Abruzzo non solo ha sottolineato al Ministero l'esistenza del decreto di approvazione del Piano, ma ha chiarito, come avevamo detto da subito leggi alla mano, che non vi era alcun problema di validazione dei dati che qualcuno, in maniera del tutto infondata e improvvida, aveva voluto richiamare».

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«Il documento, con analisi svolte nel 2013-2014 - sottolineano al Forum - contiene dati sconvolgenti sulla contaminazione con decine di sostanze oltre i limiti di legge e con presenza diffusa di diossina e altre sostanze tossiche e cancerogene, sia dentro la Tremonti che nelle aree limitrofe, addirittura sulla sponda del fiume Pescara. Nei 56 campioni analizzati dall'Arta alla Tremonti e nelle aree limitrofe la diossina presenta valori anche oltre 200 volte i limiti di legge. La fonte della diossina presente nei rifiuti è sicuramente connessa con i cicli industriali che li hanno prodotti. Invece quelli presenti sul suolo potrebbero aver avuto origine dall'inceneritore per rifiuti industriali che fu attivato a Bussi a fine anni '80».

Il Forum H2O ritiene «inaccettabile che a 13 anni dall'avvio delle procedure, a 10 anni dai sequestri, a 9 anni dalla perimetrazione del sito inquinato vi siano ancora tentativi di fare 'tabula rasà delle informazioni già disponibili sulla Tremonti che pare un groviera di sondaggi, piezometri, scavi per analisi. Basta con l'accanimento analitico, ora serve solo la bonifica, per tutte le discariche e anche per il sito industriale che risulta anch'esso pesantemente contaminato. Altre analisi vanno invece estese nei siti esterni finora non indagati per verificare l'esatta estensione della contaminazione di diossina per ricaduta e di altri inquinanti. La Valpescara non può continuare a subire quest'onta. La salute dei cittadini, la qualità dell'ambiente devono essere tutelati. Ci aspettiamo giustizia nel processo penale e pretendiamo l'avvio immediato dei lavori di bonifica», concludono gli ambientalisti.