Cascella, la carriera del pittore abruzzese tra Utrillo e de Pisis

PESCARA. Tra Filippo de Pisis e Maurice Utrillo, l'artista abruzzese Michele Cascella si mostra come un autore da riscoprire attentamente nella sua più autentica, e risalente, produzione. A metterci...

PESCARA. Tra Filippo de Pisis e Maurice Utrillo, l'artista abruzzese Michele Cascella si mostra come un autore da riscoprire attentamente nella sua più autentica, e risalente, produzione. A metterci la mano sul fuoco è un addetto ai lavori di eccezione come la professoressa Elena Pontiggia che ha curato l'esposizione "Michele Cascella, opere dal 1907 al 1941, tra de Pisis e Utrillo”, visitabile negli spazi della Fondazione Paparella Treccia-Devlet di Pescara fino al 27 novembre 2016 (tutti i giorni dalle 17:30 alle 23:30, dal 1 settembre con orario 9:30-12:30 e 16-19:30).

«Nei suoi quadri c'è l’emozione per il colore di un petalo, di una corolla, di un’aiuola. Ma non solo» spiega e scrive nel catalogo che accompagna la mostra Elena Pontiggia.

«Il fiore è sempre stato il simbolo di tutto ciò che non ha durata ed è come se Cascella volesse filtrare la sua visione attraverso quell’emblema della brevità dell’esistenza. Senza malinconia, anzi con un atto di amore verso la vita, eppure con quella ineluttabile consapevolezza».

L’idea di coniugare le opere storiche di Michele Cascella (1892-1989) con quelle di de Pisis e Utrillo, come si evince dalle note di curatela, è nata dalla lettura di un saggio del famoso critico d’arte Maurizio Fagiolo dell’Arco, il quale così si esprimeva sul suo modo di dipingere: «La pittura di Michele Cascella è accurata e, allo stesso tempo, sfarfallante. Un gradevole incrocio tra Maurice Utrillo e Filippo de Pisis».

Da questa intuizione, come osserva Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione Paparella, attraverso la comparazione delle opere di questi tre pittori, si comprova evidentemente lo stesso livello di internazionalità dei tre artisti.

In mostra sono presenti 16 opere storiche di Cascella, accanto a quadri di de Pisis e Utrillo, capolavori rappresentativi della sua iniziale purezza pittorica, la più tarda, infatti, è del 1907 e, a seguire, corrono in allestimento opere degli anni '10, '20, '30, fino al 1941, prestate da galleristi e collezionisti lombardi.

«In questa mostra, la quinta esposizione di prestigio che la nostra Fondazione dedica alla migliore pittura di Otto e Novecento» illustra Di Luzio «il visitatore avrà modo di constatare le assonanze tra opere di Cascella, Utrillo e de Pisis, soprattutto in relazione alle inquadrature dei paesaggi urbani e rurali. Penso ad esempio alla “Maison dans les arbres à Montmagny” di Utrillo, a “La casetta del pittore” di Cascella e a “Il paesaggio agreste con contadino” di de Pisis» prosegue il presidente «che lasciano constatare con interesse come l’opera di de Pisis sia gestuale e deliziosamente scompaginata, quella di Utrillo abbia caratteristiche di nitidezza e come quella di Cascella sia viva e vibri e si ponga tra i due diversi linguaggi dei citati maestri».

«Bisogna inoltre ricordare che la critica d’arte ha ritenuto e ritiene che Maurice Utrillo e Michele Cascella siano legati dall’appartenenza a quella diffusa e nota temperie pittorica definita Postimpressionismo» conclude Di Luzio «e, a tale proposito, anche Vittorio Sgarbi ha scritto che dall’adolescenziale contatto con Parigi derivò per Cascella una fedeltà storica proprio ai termini linguistici del Postimpressionismo».

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