Case abbandonate in centro «Qui sta crollando tutto» 

Protesta dei residenti di via Piave: gli edifici si sbriciolano e nessuno interviene

PESCARA. Chi abita nel quartiere racconta che ogni tanto, di notte, è svegliato di soprassalto da un rumore sordo: sono le tegole che vengono giù dai tetti rotti delle sei case sventrate in via Piave, costruite anni fa in un terreno privato e lasciate in abbandono tra l’erba alta e i topi. Succede in pieno centro, a Pescara, a due passi dai luoghi simbolo della movida.
Passeggiando lungo la stradina che ospita alcuni dei più rinomati negozi di abbigliamento e scarpe della città, ma anche ristoranti, cocktail bar, enoteche, panetterie e un supermercato, balza subito agli occhi il cancelletto chiuso da due lucchetti, ostaggio della ruggine e delle erbacce del vialetto interno, cresciute al punto tale da invadere i marciapiedi pubblici. Siamo all’altezza del civico 99, di fronte all’ex galleria Ciampoli, tra via Piave e corso Umberto. Accanto al cancelletto arrugginito si allarga la facciata esterna del complesso abbandonato: un ammasso di finestre rotte, chiuse da sbarre di legno, e pezzi di intonaco che si sbriciola, tra il balconcino al primo piano e l’entrata sulla strada, entrambi murati per impedire che gli edifici abbandonati diventino il rifugio di disperati e senza fissa dimora.
Eppure il vero scempio è invisibile allo sguardo dei passanti e degli avventori della movida. A mostrare al Centro il labirinto di case sventrate del vecchio complesso edilizio che si allarga in via Piave, nascosto dal cancelletto arrugginito, è una cittadina, Anna Carestia. L’appartamento della signora si affaccia proprio di fronte alle sei case diroccate, tutte con i tetti bucati, le tegole pericolanti e i cornicioni che cadono a pezzi. «Sono 33 anni che dobbiamo convivere con questa vergogna, è dal 1985 che questo palazzo si trova in queste condizioni e non è mai stato fatto nulla», sbotta la donna, indicando il cumulo di tetti rotti che ogni giorno è costretta a vedere dalle finestre del proprio appartamento, «come minimo i proprietari degli immobili dovrebbero preoccuparsi di mantenere pulita l’area visto che ci sono famiglie che ci abitano e che in questa strada c’è un passeggio continuo di persone. E invece non fanno nulla. Qui è diventato un ricettacolo di topi, immondizia, insetti, randagi e carogne di animali morti. I miasmi sono insopportabili, soprattutto d’estate che abbiamo le finestre aperte». Secondo Anna Carestia, è soprattutto «un problema di mancata igiene oltre che di sicurezza, visto che ogni tanto sentiamo il rumore di qualche tegola che cade o di chissà che altra cosa». «Questa è una battaglia che sto combattendo da anni», prosegue la signora, «ho sollecitato più volte l’intervento del sindaco Alessandrini, perché non è solo una questione privata ma è anche un problema di cui l’amministrazione si dovrebbe fare carico visto che siamo in pieno centro, a due passi dea piazza Salotto. In passato abbiamo chiamato i vigili e la Asl, ma l’unica cosa che abbiamo ottenuto è stata la chiusura degli accessi dalla strada per evitare l’ingresso di notte dei senzatetto».
«Il problema», aggiunge un altro cittadino della zona, Davide Domani, che oltre a lavorare in una compagnia petrolifera si definisce un influencer, conosciuto sui social come “Baio”, «è che questa zona abbandonata diventa poi un ricettacolo di sporcizia, un’area di degrado in pieno centro. Una volta ci ho visto anche dare da mangiare ai randagi. Invece potrebbe essere valorizzata meglio, ad esempio al posto di queste case ci vedrei benissimo un ristorante ungherese: una cucina che manca a Pescara».
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