Chieti, l'allenatore di baseball non risponde al gip

Questa mattina Riccardo Furgiuele, arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata su minore, è comparso davanti al giudice per l'interrogatorio per 20 minuto ma senza rispondere alle domande. Dai genitori e dai piccoli le accuse su quanto avveniva negli alberghi durante le trasferte o al bar sotto gli spalti del campo dopo gli allenamenti

CHIETI. Hanno meno di 13 anni, e dopo la separazione dei genitori vivono con la mamma. Spesso il papà è molto lontano, addirittura in un altro continente. Bambini fragili, ancora più indifesi rispetto a tutti gli altri, che stanno raccontando di quelle attenzioni perverse che dicono di aver ricevuto da quell’uomo, ora in carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minore. Sono ancora tutte da dimostrare le accuse nei confronti di Riccardo Furgiuele, 51 anni, allenatore di baseball, ma la polizia va cercando altri potenziali casi.

Il timore è che possano essere molti di più di quelli per i quali la Procura di Chieti ha chiesto e ottenuto in tempi brevissimi l’ordinanza di custodia cautelare nel penitenziario di Madonna del Freddo. L’uomo, originario di Caracas, vive a San Giovanni Teatino e di mestiere fa il rappresentante per società che operano nel settore della telefonia mobile. È un agente plurimandatario, con la passione del baseball.

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Furgiuele, assistito dall’avvocato Luigi Antonangeli, del foro di Pescara, questa mattina comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. In quella sede potrà spiegare la sua verità, oppure avvalersi della facoltà di non rispondere. Nel frattempo emergono particolari agghiaccianti, tutti da verificare, ripetiamo, e riscontrare, come quello dell’età della vittima più giovane, che avrebbe solo otto anni. E altri ragazzini, adesso, starebbero iniziando a parlare. Raccontano delle bibite offerte in quel piccolo bar che si trova sotto gli spalti del campo da baseball, sempre chiuso, di cui l’uomo aveva la chiave, e di quello che sarebbe avvenuto lì dentro. Oppure delle trasferte e delle notti di terrore in albergo, quando i genitori, invece, li sapevano in mani sicure. “Attenzioni” che le vittime avrebbero vissuto con rassegnazione, una sorta di ineluttabilità: «Tanto è così», avrebbe detto qualcuno. Ricostruzioni, circostanze e particolari da dimostrare, e che tutti si augurano privi di riscontro, soprattutto per i bambini e per quello che sarà il loro futuro.

Ora i genitori dei ragazzini che frequentano, o che hanno frequentato la squadra, sono comprensibilmente preoccupati, e vogliono sapere cosa è accaduto. Nel 2011 Furgiuele incappò in una storia simile, che non arrivò mai al dibattimento. Fu archiviata dopo le indagini preliminari, perché i racconti dei bambini furono ritenuti poco attendibili. E a distanza di sei anni, i volti e i nomi di chi accusa cambiano, ma l’allenatore è sempre lo stesso, e stavolta viene arrestato al termine di un’indagine relativamente breve, che ha preso il via nel posto fisso di polizia dell’ospedale di Chieti. È lì che una mamma, per la prima volta, ha deciso di raccontare di quel figlio troppo cambiato, degli sbalzi d’umore, del fatto che a scuola era poco attento e a casa molto aggressivo. Il caso è passato poi alla seconda sezione della squadra mobile di Chieti, diretta dal vice questore Francesco Costantini. Un paio di settimane di lavoro, e il pm Giuseppe Falasca ha chiesto l’arresto dell’uomo, firmato dal gip Antonella Redaelli. Gli episodi per i quali è stata richiesta l’ordinanza di custodia cautelare risalgono al 2016, ma sarebbero anche più recenti. In un caso ci sarebbe anche un certificato medico a descrivere un quadro compatibile con la violenza sessuale descritta. Una delle vittime, infatti, avrebbe fatto ricorso alle cure dei medici dell’ospedale di Chieti. Il quadro di indizi raccolti dalla mobile ha portato il gip Redaelli a firmare l’ordinanza di custodia cautelare in sole dodici ore. In Procura c’è comprensibile riserbo sul caso, su precisa disposizione del nuovo procuratore capo, Francesco Testa, vista la delicatezza della materia e la circostanza che tutte le presunte vittime si stanno appena affacciando alle soglie dell’adolescenza, e, in qualche caso, ancora più giovani. L’uomo è rinchiuso nel carcere di Madonna del Freddo, ma potrebbe essere trasferito nel penitenziario di Teramo, che dispone di una sezione speciale per i Sex Offenders. Oggi, alle 10, l’interrogatorio di garanzia.

Aggiornamento. Si è avvalso della facoltà di non rispondere l'allenatore della squadra di baseball che lo scorso 22 marzo è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura teatina in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di violenza sessuale aggravata. In carcere, a Chieti, stamani è comparso davanti al gip del Tribunale Antonella Redaelli per l'interrogatorio di garanzia. E come ha riferito il suo legale di fiducia, l'avvocato Luigi Antonangeli, era sconvolto e molto provato. L'avvocato ha presentato un'istanza di concessione degli arresti domiciliari sulla quale il gip, dopo aver acquisito il parere del pubblico ministero, dovrà pronunciarsi. Le vittime secondo quando accertato nelle indagini sono tre e minori dei 14 anni, militavano nella squadra, e una di questa aveva fatto ricorso alle cure dell'ospedale di Chieti. L'inchiesta, partita dalla denuncia di una madre e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca, va avanti per accertare se ci siano stati anche altri episodi di violenza nei confronti di altri ragazzi.