Cocaina dalla Spagna, sei arrestati

Lo spaccio gestito da due sorelle rom pescaresi che si rifornivano di droga tramite un clan bosniaco domiciliato nel Lazio

PESCARA. Dal Sud America a Barcellona fino a Pescara, destinazione Rancitelli e via Caduti per Servizio, a case delle due sorelle rom Elena ( 32 anni detta Carmusina) e Antonietta Spinelli (36 anni): è il traffico di cocaina scoperto dalla sezione Antidroga della Mobile di Pierfrancesco Muriana dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti fino in Spagna.

Ieri mattina, gli uomini diretti dall’ispettore superiore Nicolino Sciolè sono andati ad arrestare le due Spinelli, mentre i colleghi romani si sono presentati a Cesano, in provincia di Roma, per arrestare quattro dei cinque Hrustic destinatari come le pescaresi dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in detenzione di droga a fine di spaccio. Si tratta di Alisa Hanidovic (26 anni), del marito Hasib Hrustic-Savic (detto Antonio, 27 anni), e dei genitori di quest’ultimo Began Hrustic (49 anni, detto Mario) e Senja Omerovic (50 anni, detta Sandra), mentre è ancora ricercata l’altra figlia Andrejana Hrustic, 23 anni, tutti originari della Bosnia Erzegovina. Secondo l’accusa (pm Gennaro Varone) e secondo il gip Mariacarla Sacco che ha disposto le ordinanze, tra maggio e giugno del 2011 i sette, e in particolare le donne, sarebbero stati protagonisti di una compravendita di cocaina bloccata dai poliziotti della Mobile con l’arresto del corriere, un insospettabile panettiere di Manziana (Roma) che confessò ben 11 viaggi fatti per i Hrustic in cambio di 3mila euro alla volta, e il sequestro di un chilo e cento di cocaina. Una compravendita dove le acquirenti sarebbero state le due Spinelli che anche ogni 15 giorni avrebbero ordinato ai Hrustic (che da tempo avevano allacciato un canale di rifornimento con Barcellona) i quantitativi di cocaina da smerciare sulla piazza pescarese. Ordini per telefono («prendere un caffè, maglie, cocomeri e albicocche»), e consegne che, come riscontrato dagli investigatori, avvenivano in un noto centro commerciale dell’area metropolitana dove le donne provenienti dal Lazio e quelle pescaresi si si presentavano spesso accompagnate da mariti o fratelli. Circostanze tutte documentate, con riscontri che, a distanza di un anno e mezzo, hanno portato i poliziotti della Mobile agli arresti di ieri. Un cerchio che si chiude per gli investigatori che alle Spinelli e ai Hrustic sono arrivati dopo la denuncia di un tossicodipendente che, esasperato dai debiti e dalle minacce dei suoi fornitori, li portò ad arrestare cinque pescaresi per spaccio, lo scorso marzo. Fu proprio ascoltando le loro conversazioni al telefono che gli investigatori incapparono anche in Elena Spinelli. Da qui il secondo troncone delle indagini e i sei arresti di ieri (c’è ancora una ricercata).Oggi gli interrogatori delle due Spinelli, difese dall’avvocato Luca Sarodi.

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