Cordoma segnala 89 scrutatori, lite in Comune

Il sindaco fa saltare l'accordo tra i partiti, Musa: favori agli amici

 MONTESILVANO. Ha segnalato 89 scrutatori su 208 il sindaco Pasquale Cordoma, ex Pdl e ricandidato con Grande Sud alle elezioni del 6 e 7 maggio prossimi. La lista di nomi e cognomi del sindaco depositata ieri in commissione elettorale da Benito Olivieri, consigliere ex Pdl passato a Grande Sud con Cordoma e ricandidato come capolista, finisce al centro della polemica: «Una vergogna», dice il consigliere Pdl Paolo Cilli che ha denunciato di aver preso anche un calcio durante un momento della riunione a porte chiuse della commissione elettorale. Cilli, poi, è stato portato fuori dalla sala giunta e sono volati insulti: «Io sono onesto, non stacco la batteria del cellulare quando parlo con qualcuno», ha urlato Cilli al sindaco. Secondo Cilli, la risposta di Cordoma è stata un insulto.  A questa bolgia per spartirsi gli scrutatori ha assistito anche un gruppo di residenti arrivato in Comune per avanzare la propria candidatura. «Si è compiuto un sopruso», accusa l'assessore Udc Mimmo Di Giacomo, «questa è una pagina triste di cinque anni deprimenti». Perché? Cordoma ha fatto saltare gli schemi: una regola non scritta in vigore a Montesilvano, dal sapore clientelare, prevede che consiglieri e assessori inseriscano cinque scrutatori a testa mentre al sindaco ne spettano 18. Ma con il centrodestra in frantumi, il sindaco, a capo della commissione elettorale - composta anche dal candidato del Polo dell'Alternativa Francesco Maragno e dai consiglieri Feliciano D'Ignazio (Pd) e Olivieri - ha deciso di non rispettare l'accordo. «Questa è l'ultima follia dell'imperatore», commenta il consiglire Pdl Ottavio De Martinis. «Una lottizzazione vergognosa, una sporcizia», per Alfredo Caccamo, consigliere Pdl, «meno male che non appena ho messo mezzo piede in Grande Sud me ne sono andato via immediatamente».  Una lite lunga più di due ore conclusa così: 88 scrutatori scelti da Cordoma, compresi però i presenti in Comune; 25 da Maragno; 53 da D'Ignazio; gli altri 42 divisi tra 15 consiglieri. Insomma, fatti i calcoli, 42 persone alle quali era stato promesso di fare gli scrutatori sono rimasti a mani vuote: un dolore grosso per i politici in campagna elettorale.  «È incomprensibile e senza alcuna logica», interviene Manola Musa, candidato sindaco del centrodestra, «l'atteggiamento di Olivieri e D'Ignazio. In particolare colui che avrebbe dovuto rappresentare la maggioranza, Olivieri, è stato preda di sentimenti negativi quali il rancore e la vendetta nei confronti dei suoi ex amici di partito, scavalcando le regole e i principi più elementari della democrazia e ottenendo l'inserimento di ben 88 scrutatori, nomi che», dice Musa, «sembrerebbero spulciati da un elenco fatto di amici e parenti. In un momento così delicato per la città e non solo con una crisi economica sempre più grave e il numero crescente di disoccupati sarebbe stato logico assegnare il ruolo di scrutatore a padri di famiglia o a giovani rimasti senza lavoro. È assurdo, invece, come debbano prevalere ancora una volta solo interessi personali, soprattutto da parte di chi in questo momenti fa bei proclami e slogan a favore delle categorie meno abbienti. Peccato che Cordoma e i suoi amici, sempre più a braccetto con Attilio Di Mattia dell'Idv e il centrosinistra», accusa Musa, «abbiano perso l'ennesima occasione per fare del bene alla città nascondendosi dietro a regole improvvisate che hanno dato spazio a scambi e tornaconti, proprio alla vigilia delle elezioni. Maragno ha preferito far prevalere il buon senso».

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