Crolla il soffitto all’università, un ferito

Incidente al dipartimento di Lingue durante il ricevimento studenti nell’aula dei lettori. Inagibili primo e secondo piano

PESCARA. È successo di nuovo, questa volta in un’aula dell’università D’Annunzio di viale Pindaro: il controsoffitto della stanza riservata agli esperti di lingua al primo piano del dipartimento di Lingue e letterature straniere ieri mattina è crollato all’improvviso ferendo a una spalla una lettrice di tedesco, così com’era successo a metà febbraio in un’aula dell’istituto Alberghiero quando, in ospedale, finirono tre studenti.

Solo che questa volta si tratta di un crollo annunciato perché già qualche mese fa, tra settembre e ottobre, dallo stesso controsoffitto della stessa stanza, era venuto giù un pezzo di intonaco. «Per fortuna quella volta non c’era nessuno», racconta la lettrice di tedesco Cristina Simone che in quell’occasione segnalò l’incidente al professor Carlo Consani, direttore del Cla (Centro linguistico ateneo), documentando la mail di denuncia con le foto dei mattoni a terra e la richiesta di un’altra stanza per i lettori. «Motivai la richiesta», riferisce Cristina Simone, «dicendo che rimanere in quella stanza, dove peraltro le infiltrazioni erano evidenti, era pericoloso per noi lettori e per gli studenti. Il direttore del Cla segnalò la questione all’amministrazione dell’Ateneo, ma evidentemente senza alcun risultato». Se non quello di un nuovo crollo, quello avvenuto nella tarda mattinata di ieri, intorno a mezzogiorno, mentre nell’aula di circa 15 metri quadrati c’erano due esperti di lingua e uno studente. Parte del controsoffitto crollato, che ha lasciato un buco nel soffitto di almeno 60 centimetri di diametro, è finito addosso alla lettrice di tedesco che stava ricevendo lo studente seduto dall’altra parte della scrivania. Una tragedia scampata, ma non lo choc dell’insegnante, rimasta ferita a una spalla, e di chi era con lei in quel momento. Sul posto si sono precipitati i soccorritori, con 118 e vigili del fuoco, e mentre la donna veniva trasportata in ospedale per tutti gli accertamenti (è stata dimessa intorno alle 16 dal pronto soccorso dove sono andati il professor Consani e il rettore Carmine D’Ilio) i pompieri hanno transennato il primo e secondo piano del dipartimento ritenuti inagibili fino a quando non saranno completate le verifiche di tutti i controsoffitti. Una zona dove si concentrano le aule dei docenti, quella dei lettori e la segreteria del dipartimento. «Non abbiamo le fotocopiatrici e gli strumenti di lavoro», spiega il preside del dipartimento, il professor Pier Carlo Bontempelli, «ma i vigili del fuoco ci hanno garantito che se sarà necessario la settimana prossima accompagneranno i singoli docenti che ne faranno richiesta a prendere i documenti e le cose necessarie. Ma la segreteria degli studenti funziona regolarmente, sugli esami, le tesi e su tutta l’attività didattica questa chiusura dovrebbe incidere poco. E anche i disagi che dovremo affrontare, magari ricevendo gli studenti lungo i corridoi, è poca cosa rispetto all’importanza di fare tutte le verifiche del caso».

Verifiche richieste dal direttore del Cla, il professor Consani, già alcuni mesi fa, proprio dopo la segnalazione dell’esperta di tedesco Cristina Simone. «Avevo segnalato le infiltrazioni agli uffici dell’ateneo preposti alla manutenzione», riferisce il responsabile del Cla, «subito dopo la segnalazione degli esperti di lingua, ma probabilmente si pensava di risolverla con la ristrutturazione che sta per interessare tutta l’ala del dipartimento di Lingue, lavori deliberati circa sei mesi fa con la ditta che, dopo aver fatto il sopralluogo, doveva iniziare i lavori proprio questo lunedì».

Una beffa, dunque, di cui a farne le spese, per fortuna in maniera non grave, è stata proprio la lettrice di tedesco.

«Per fortuna ora sta bene», conclude la collega Simone, «ma non ci si doveva arrivare: dopo il primo crollo dei mesi scorsi, qualche tempo fa la stanza si era allagata e con tutti i cavi elettrici a terra era stata chiusa. Il professor Consani ci mise a disposizione la sua stanza, ma anche quando l’aula è stata riaperta io lì dentro non ci sono voluta più rientrare».

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