Cup, uffici e bagni a rischio agibilità

Un anno fa la rivelazione dei tecnici, mai eseguiti i lavori richiesti

PESCARA. «Crepe e lesioni su pareti e soffitto», «presenza di umidità diffusa», «muri anneriti», «estintori non verificati ogni sei mesi», «uscita di sicurezza bloccata con una catena». Questo è il Cup dell'ospedale di Pescara segnato da 15 «verifiche negative» degli esperti. Dal 22 maggio 2009, lo sa anche la direzione generale della Asl di Pescara ma il verbale dei tecnici è stato ignorato.

Dopo un sopralluogo, eseguito nei locali del Cup dell'ospedale, il tecnico dell'ufficio Prevenzione ambiente e luoghi di lavoro Davide Antonelli ha stilato una relazione controfirmata dal dirigente del settore Prevenzione e protezione Enrico Scassa. Un verbale di tre pagine che rivela i problemi del Cup e invita i vertici della Asl «a dare disposizioni per l'eliminazione delle verifiche negative». La relazione è del 22 maggio 2009: sette giorni dopo, la direzione amministrativa dell'ospedale l'ha inviata anche al manager Claudio D'Amario, al direttore sanitario Fernando Guarino e ai funzionari Franco D'Intino e Pasquale Ciarlitto invitando «a provvedere con urgenza per l'eliminazione delle situazioni negative riscontrate».

Ma, a distanza di un anno, i lavori non sono stati eseguiti: il Cup mostra ancora i suoi punti critici. A cominciare dall'insegna rotta che campeggia all'ingresso.  Un elenco di 15 voci che si apre così: «In diverse stanze si riscontra la presenza di crepe e lesioni su pareti e soffitto». È stata scoperta anche «la presenza di diffusa umidità» nei bagni e nella sala operativa e «la tinteggiatura delle pareti risulta annerita». Sporchi i condizionatori: «I tecnici hanno sostituito i filtri ma senza lavare le griglie che sono non pulite». 

Problemi anche con i computer: ci sono «postazioni senza sedia ergonomica», «computer e ciabatte sul pavimento» e «in alcune stanze cavi elettrici a terra in punti di attraversamento».  Scrivanie troppo piccole, dicono gli esperti, la segnaletica di salvataggio è «incompleta» e «una uscita di sicurezza è bloccata con catena e priva dell'indicazione». Caos con i telefoni: «La disposizione delle postazioni di lavoro crea una condizione di disagio tale da costringere gli operatori a colloquiare con gli utenti ad alta voce».

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