le due facce del fenomeno 

Dai marciapiedi alle case sfitte Affare milionario

PESCARA. C’è quella che si vede perché il mercato è strada, la stessa strada percorsa dalle famiglie con i bambini e dai turisti che trascorrono le vacanze negli alberghi sulla costa. E poi c’è...

PESCARA. C’è quella che si vede perché il mercato è strada, la stessa strada percorsa dalle famiglie con i bambini e dai turisti che trascorrono le vacanze negli alberghi sulla costa. E poi c’è quella che non si vede, al chiuso degli appartamenti nei palazzoni delle città più grandi. La prostituzione in Abruzzo si divide in due mondi: ci sono le ragazze sfruttate e mandate sui marciapiedi, quasi tutte romene e africane - spesso schiavizzate e «merce» della tratta di esseri umani - che assicurano soldi freschi alla criminalità che si muove sulla costa adriatica da Francavilla, Pescara e Montesilvano fino alla bonifica del Tronto; e ci sono le imprenditrici di se stesse, soprattutto donne sudamericane e dell’Est, che fanno le escort in casa e lo fanno per guadagnare senza nessuno che le obblighi. Sono due facce della stessa medaglia. Costrette o meno, sono centinaia di ragazze che si vendono. Non conosce crisi il mercato della prostituzione. Anzi, è un’industria clandestina che macina milioni e milioni di euro all’anno e dribbla il fisco. Senza contare una cinquantina di ragazze in strada ogni notte (diverse anche di giorno), con una stima di 150 case del sesso solo tra Pescara, Francavilla e Montesilvano, la prostituzione è già un fenomeno che può arrivare a “fatturare” 15 milioni di euro all’anno. Un affare che segue le leggi di mercato in equilibrio tra domanda e offerta: se in una zona si concentrano tante prostitute è perché c’è tanta richiesta di sesso a pagamento. E dopo il terremoto del 2009, la prostituzione si è allargata anche all’Aquila e alle sue frazioni e ad Avezzano come raccontano le ultime operazioni delle forze dell’ordine con gli appartamenti del sesso messi sotto sequestro. Come quello in cui una bandiera tricolore messa sul balcone segnalava la presenza di ragazze disponibili. Gli appartamenti sfitti delle città più popolose, soprattutto nelle zone di mare in cui si trovano tante seconde case, sono le nuove basi di un movimento economico milionario. Ma la strada, nonostante le multe da 500 euro per i clienti, resta una gallina dalle uova d’oro per gli sfruttatori che impongono tasse di occupazione alle prostitute. E le zone più battute sono sempre le stesse: il confine tra Francavilla e Pescara con le romene, la riviera di Montesilvano tra donne dell’Est, nigeriane e transessuali e la bonifica del Tronto, 20 chilometri di strada tra il Teramano e l’Ascolano in cui le ragazze nigeriane sono tenute sotto scacco con la minaccia del malocchio.
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