tangenti e cultura

De Fanis e Zingariello ecco il contratto d'amore

Le intercettazioni: "L'assessore mi ha detto che devo fare un contratto con lui, un contratto scritto dove lui mi dà 3mila euro al mese", confida al telefono Lucia Zingariello a un amico. Gli assegni strappati e poi recuperati

PESCARA. «De Fanis mi ha detto che devo fare un contratto con lui, un contratto scritto dove lui mi dà 3mila euro al mese», confida al telefono Lucia Zingariello a un amico che, poi, le domanda: «Di che tipo?». E la donna: «Di che tipo, di quel tipo». E l’amico le suggerisce: «Faglielo scrivere». E’ negli accertamenti bancari sui conti dell’ex assessore regionale Luigi De Fanis disposti dal pm Giuseppe Bellelli e delegati alla Forestale che la procura ha ricostruito il controverso “contratto d’amore” – sesso in cambio di soldi – tra De Fanis e Zingariello, i nomi principali dell’inchiesta su presunte tangenti nella cultura: il capitolo rosa della coppia che sarebbe rimasto chiuso in un cassetto se la procura non l’avesse messo agli atti, a corredo della richiesta di rinvio a giudizio, nell’informativa che riguarda gli accertamenti finanziari dell’ex assessore tesa a rispondere a una domanda: ci sono movimenti sospetti?

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Il contratto e il conto sospetto. E’ per questo che la Forestale ha spulciato nei conti dell’ex assessore e nel giro di assegni che spesso chiamano in causa la sua ex segretaria o i familiari di De Fanis ricostruendo i movimenti del politico di Atessa, 55 anni, dagli emolumenti «di poco superiori ai 9mila euro», «alle 2 mila euro versate a Zingariello dal maggio 2013 con cadenza mensile», alle «ingenti spese sostenute» e «alle difficoltà finanziarie con un saldo di meno 37mila euro» tanto da costargli la telefonata del direttore di una banca.

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«Lo stato di difficoltà finanziaria di De Fanis collima con il periodo temporale di richiesta di denaro a imprenditori», dice a un tratto la Forestale per poi soffermarsi su un conto in particolare, quello della figlia di De Fanis che, per l’accusa, sarebbe stato utilizzato dal padre «per ricevere denaro da imprenditori». Una sorta di conto dove “parcheggiare” – secondo un’accusa che è tutta da provare – le presunte tangenti e di cui l’ex assessore, come commenta la Forestale, «era l’esclusivo utilizzatore come si evince dal sequestro dell’assegno di 2mila euro intestato a Zingariello e retribuzione del singolare contratto».

E’ in questo contesto legato ai movimenti bancari che gli investigatori dedicano dieci pagine di intercettazioni alla vicenda del “contratto” ricordando che era stata Zingariello la prima a parlarne durante l’interrogatorio al pm Bellelli – «era talmente ossessionato da me» – per poi fare retromarcia negando, smentendone categoricamente l’esistenza, ad esempio, durante la trasmissione «Otto e mezzo» di Lilli Gruber.

De Fanis: «Facciamo un contratto?» Ecco le intercettazioni tra De Fanis e Zingariello che sono entrate nell’inchiesta insieme all’esito degli accertamenti bancari e all’assegno sequestrato alla donna di 2mila euro: «La retribuzione del singolare contratto», annotano gli investigatori. E’ il 21 ottobre 2013, quasi un mese prima dagli arresti, quando l’allora assessore regionale alla Cultura De Fanis parla al telefono con la sua segretaria con cui ha una relazione e le fa una proposta.

De Fanis: «Possiamo parlare?»

Zingariello: «Sì sì sì».

De Fanis: «Ma come due innamorati? Cioè con il cuore in mano?»

Zingariello: «Come due persone civili educate e che ...»

De Fanis: «Con il cuore in mano»

Zingariello: «Sono due persone come si deve»

De Fanis: «Ma possiamo fare un contratto io e te?»

Zingariello: «Un contratto?»

De Fanis: «Un contratto, chiamalo come vuoi amore non possiamo chiamarlo, possiamo parlare bene?»

Zingariello: «Ne parliamo domani Gi?»

De Fanis: «Sì va bene...»

Lo stesso giorno la donna chiama un suo amico esordendo: «La sai l’ultima? (...) Tu non ci credi, ha detto che devo fare un contratto con lui, un contratto scritto dove mi dà 3mila euro al mese (...) Ti rendi conto della pazzia... Che tipo di contratto? Di quel tipo altrimenti mi ha detto che impazzisce». L’amico consiglia così a Zingariello di «farglielo scrivere».

Secondo le carte dell’accusa il 24 ottobre 2013 De Fanis torna a insistere.

De Fanis: «E allora non lo vuoi fare sto contratto con me? Lo vuoi fare o no amore mio?»

Zingariello: «Sì, mettilo per iscritto!»

De Fanis: «La madonna! Tra me e te basta una stretta di mano!»

Zingariello: «Eh!»

De Fanis: «Mettiamo i termini e coso, va bene?»

Zingariello: «Ok»

«L’ho strappato ma adesso vado a riprenderlo». Il 24 ottobre 2013 sempre secondo la ricostruzione fatta dall’accusa, il contratto viene «stipulato» ma viene strappato e la donna, come annota la Forestale, «si preoccupa di recuperare il foglio dal cestino dall’immondizia» chiamando una dipendente della Regione per chiederle di non gettare la spazzatura.

«Gli assegni me li ha fatti, il contratto me l’ha fatto e poi però non si è fidato e quindi me l’ha strappato. Ma adesso vado a riprenderlo», ha detto la donna a un amico durante una telefonata. E quando, sempre secondo la ricostruzione fatta dall’accusa, Zingariello ritrova quel foglio lo comunica all’assessore che, come scrive la Forestale, «sentendosi minacciato esclama: “Che vuol dire che mi vuoi fregare anche questi soldi?». Quindi, il 31 ottobre, i due continuano a parlare al telefono di un assegno da 2mila euro.

De Fanis: «Mi hai riportato quell’assegno di 2mila euro per cortesia?»

Zingariello: «No, non l’ho riportato»

De Fanis: «Per favore te lo chiedo».

Zingariello: «Li hai fatti scoperti questi due assegni?»

De Fanis: «Ma scusa perché mi devi»

Zingariello: «Gli assegni che hai fatto a me legati al contratto»

De Fanis: «Ma posso fidarmi?»

Zingariello: «Gli assegni che hai fatto al contratto, legati al contratto che mi hai fatto»

De Fanis: «Mamma mia Lucia»

Zingariello: «E che mi hai fatto un bellissimo contratto no, due prestazioni con annesso regalo»

De Fanis: «Peggiori la situazione» (...)

De Fanis: «Il contratto sta nei rifiuti»

Zingariello: «Nei rifiuti? Lo dici tu che sta nei rifiuti, povero a te (risatina, annotano gli investigatori)»

De Fanis: «Mi stai minacciando al telefono?»

Zingariello: «No, ti sto solo dicendo che il contratto non sta nell’immondizia» (...)

La conversazione va avanti tra accuse reciproche e, poi, prosegue.

Zingariello: «Sto dicendo che tu mi hai fatto un contratto, due prestazioni»

De Fanis: «E l'hai rispettato?»

Zingariello: «Con un annesso regalo e con strappati assegni eee fatti per questa motivazione e un assessore regionale non credo che ci faccia una bella figura»

De Fanis: «No, lo so lo so».

Si conclude così il capitolo ricostruito dall’accusa sul presunto contratto e, chiosano gli uomini della Forestale: «Il sequestro dell’assegno di 2mila euro intestato a Zingariello è la retribuzione del singolare contratto e la prova che De Fanis era l’esclusivo utilizzatore del conto intestato alla figlia». Secondo l’accusa, che è tutta da provare, «quel conto era usato per ricevere denaro dagli imprenditori e Zingariello deteneva degli assegni per conto di De Fanis».

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