Dimezzate le centraline contro lo smog

Gli apparecchi dell’Arta sono scesi da sette a tre, eliminati anche in corso Vittorio e viale Bovio

PESCARA. Volete sapere com’è l’aria che respirate in viale Bovio o in corso Vittorio? Rinunciateci, in queste due strade ad altissima densità di traffico non sarà più possibile avere informazioni sulla qualità dell’aria. Le centraline che rilevavano lo smog non funzionano più.

L’Arta, l’Agenzia regionale per la tutela ambientale, ha provveduto, già da qualche tempo, a dismettere ben quattro centraline per il monitoraggio dell’aria posizionate nei punti più strategici della città. Ora, ne rimangono solo tre e si trovano, tra l’altro, in punti dove le concentrazioni di smog non sono solitamente molto elevate.

Gli apparecchi ancora funzionanti si trovano nelle vicinanze del teatro D’Annunzio, a due passi dal mare; in via Firenze, dove c’è l’isola pedonale; in via Sacco, cioè nell’estrema periferia della città.

Spariscono, invece, in viale Bovio, corso Vittorio Emanuele, viale D’Annunzio e piazza Grue, ossia tutte zone considerate in passato ad alto rischio per le concentrazioni di smog. Basti pensare che, dall’inizio dell’anno ad oggi, si sono registrati in viale Bovio ben sei superamenti dei limiti del Pm10, cioè le famigerate micropolveri sottili e in piazza Grue, nel cuore di Porta Nuova, addirittura nove.

Non sono arrivate comunicazioni ufficiali al riguardo, ma basta andare sul sito Internet dell’Arta per rendersi conto che da un po’ di tempo lo smog viene monitorato solo in tre zone della città. Questo episodio riporta alla mente la decisione assunta dall’allora giunta Mascia di far spegnere il tabellone in piazza Italia dove venivano segnalati i valori giornalieri dell’inquinamento.

Fonti dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale non hanno voluto spiegare i motivi di questa scelta. «Rivolgetevi al Comune, lì sanno tutto», si è limitato a dire uno dei tecnici.

Il Centro ha quindi contattato il vice sindaco Enzo Del Vecchio, il quale ha fornito questa versione dei fatti. «Ora la gestione del monitoraggio dell’aria è passata direttamente alla Regione e non è più del Comune», ha affermato, «la rivelazione dei rilevamenti in tre punti è stata decisa sulla base di uno studio approfondito durato a lungo. Anche altre zone dell’Abruzzo hanno solo tre punti monitorati».

«Il Comune avrebbe potuto richiedere di monitorare anche altre zone», ha aggiunto, «ma non lo ha fatto non solo perché la spesa sarebbe stata eccessiva, ma anche perché la Regione, in base a quello studio, ritiene sufficienti i rilevamenti giornalieri in tre zone».

«Comunque», ha concluso Del Vecchio, «stiamo valutando la possibilità di stipulare una convenzione con l’università dell’Aquila per effettuare uno studio con il monitoraggio di alcune zone della città». (a.ben.)

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