Doppia rapina con la siringa, arrestato 

I carabinieri individuano subito l’autore dei colpi in parafarmacia e tabaccheria. Diffusa la foto per altri riconoscimenti

PESìCARA. Una rapina tentata, l’altra riuscita grazie all’utilizzo di una siringa sporca di sangue. Questi i “colpi” che i carabinieri attribuiscono a Enrico Fanesi, 39 anni, fermato due sere fa a Rancitelli, dopo la fuga con il bottino. Una volta acciuffato l’uomo ha capito subito di essere braccato e ha fatto ritrovare una parte delle refurtiva e alcuni degli indumenti usati negli assalti alle due attività. Ed è possibile, per gli uomini dell’Arma, che Fanesi sia responsabile anche di altri reati: proprio per questo è stata diffusa la sua foto, che eventuali vittime potrebbero riconoscere.
I fatti avvengono in rapida successione, tra Pescara Nord e Montesilvano. Il rapinatore raggiunge il suo primo obiettivo attorno alle 19 di martedì, su una Fiat Panda rubata circa un’ora prima. Entra nella parafarmacia della zona nord di Pescara con un oggetto appuntito, minaccia il titolare e chiede l’incasso della giornata. La vittima non si fa intimidire, resiste e non esegue gli ordini. Il rapinatore non insiste, anzi. Decide di allontanarsi senza neppure un centesimo. Risale sull’auto e si allontana. Di lì a poco torna in azione. Nel giro di trenta minuti circa raggiunge una seconda attività, una tabaccheria. Una volta dentro tira fuori una siringa intrisa di sangue e la usa per minacciare la proprietaria, con la pretesa di avere i soldi. Riesce nel suo scopo e va via dalla tabaccheria con il registratore di cassa (dentro un centinaio di euro) e la borsa della donna. Mentre si allontana da lì i carabinieri della compagnia di Pescara, agli ordini del capitano Antonio Di Mauro, lo stanno già cercando perché hanno ricevuto la segnalazione della rapina fallita nella parafarmacia di Pescara. Poi da Montesilvano arriva anche la comunicazione sull’assalto andato a buon fine. E le ricerche del responsabile si fanno più serrate.
Nonostante il tentativo di camuffarsi, con il cappuccio di un giubbotto e uno scaldacollo, l’uomo viene subito riconosciuto dagli investigatori pescaresi perché Fanesi è stato fermato più volte in passato. E si rivela determinante il contributo del sistema di videosorveglianza della parafarmacia: le immagini del rapinatore fanno scattare immediatamente il sospetto che ad agire sia stato Fanesi, che ha diversi precedenti per cui è facilmente individuabile da chi ha già a avuto a che fare con lui.
Le ricerche si concentrano anche nella zona di Rancitelli e lì arriva la svolta. Attorno alle 20.30 Fanesi viene fermato in questo rione e la macchina usata per la fuga viene scovata a poca distanza da lui. Capisce subito di essere stato scoperto per cui indica lui stesso il punto in cui ha abbandonato il giubbotto e lo scaldacollo indossati fino a poco prima e la borsa della tabaccaia con il registratore di cassa (ma i soldi sono spariti). Gli uomini dell’Arma recuperano tutto vicino a un’area di servizio sulla variante. Per Fanesi scatta subito dopo l’arresto e, su disposizione del sostituto procuratore Fabiana Rapino, il trasferimento in carcere.