Dragaggio, via ai lavori

Dopo la protesta dei consiglieri, il ministero dà l'ok

PESCARA. E' bastata un'occupazione forzata degli uffici della Regione Abruzzo, durata quattro ore e trentacinque minuti, per sciogliere i nodi del dragaggio del porto canale. La querelle, che si protrae da mesi tra autorizzazioni mancate, giochetti a scaricabarile e botta e risposta al vetriolo, è prossima alla conclusione. Il ministero delle Infrastrutture ha dato l'ok per l'escavazione dei primi diecimila metri cubi di sabbia che «serviranno a trascorrere l'estate in tranquillità e a programmare gli interventi dell'autunno prossimo», spiega Lorenzo Sospiri, consigliere regionale del Popolo della Libertà, consigliere comunale e anche capogruppo nel consiglio di Pescara.

La consegna ufficiale del cantiere alla Nicolaj costruzioni, l'impresa che si è aggiudicata l'appalto, arriva dopo un vertice d'urgenza, convocato in risposta alla «riunione permanente» indetta mercoledì pomeriggio da Sospiri e dai consiglieri regionali Eliano Di Matteo, Alessandra Petri e Federica Chiavaroli (anche consigliere comunale a Pescara).

Nella sala gialla di viale Bovio, i rappresentanti del Pdl hanno bloccato il dirigente Antonio Sorgi, simbolo di quella «intollerabile situazione di stallo» che avrebbe dilatato i tempi per l'avvio dei lavori di dragaggio. Mercoledì prossimo è previsto un nuovo vertice, negli uffici della Capitaneria di porto, tra la Direzione Marittima, la Regione, l'Arta e il Provveditorato alle opere marittime. Nell'occasione saranno definiti i tempi effettivi di realizzazione.

«L'escavazione», sottolinea il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, «sarà portata a termine nel giro di pochi giorni e riguarderà i fondali di una parte della darsena di levante e l'imbocco del porto».  In attesa di conoscere i tempi certi dell'inizio del dragaggio, Sospiri chiarisce le ragioni della protesta messa in atto dai rappresentanti del Pdl: «C'era bisogno di superare l'insostenibile impasse in cui eravamo finiti da mesi, con il costante rimpallo di responsabilità tra i dirigenti della Regione Abruzzo, dell'Arta e del Provveditorato alle Opere Marittime», dice il consigliere regionale. L'ultimo atto si è consumato 15 giorni fa, quando l'intera procedura è stata bloccata per il mancato rilascio di alcune autorizzazioni.

«Nel frattempo la situazione continuava ad aggravarsi», prosegue Sospiri, «ogni giorno decine di operatori marittimi, pescatori e imprenditori fanno i conti con fondali completamente insabbiati: di fronte all'imbocco la profondità è di appena 1,70 metri, mentre sulla sponda più a nord, all'altezza del mercato ittico, non si superano i trenta centimetri».

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