LA DENUNCIA

E a Casoli Severino si batte per l’assistenza sessuale

Il malato di Lis contro la politica. La deputata Pd Argentin: la mia proposta è ferma al palo

CASOLI. Severino Mingroni è un guerriero fiaccato nel corpo ma non nello spirito, sempre pronto per battaglie, che poi sono riconoscimenti di diritti civili per i disabili. L’ultima per Severino, che dal 1995 lotta con la terribile malattia, la Locked-in Syndrome-Lis causata da una trombosi all'arteria basilare, e che lo costringe completamente immobile su una sedia, è il riconoscimento dell’assistenza sessuale ai disabili. Prima c’erano state quella per l’assistenza domicilare e quella per ottenere l’interruzione della vita per il disabile che lo richiedesse. La Lis è una patologia che colpisce prevalentemente persone giovani e che nell’85% dei casi è dovuta a un incidente cerebrovascolare. Quando il paziente sopravvive, presenta una paralisi totale della muscolatura ai quattro arti (quadriplegia), un’anartria (incapacità d’esprimersi verbalmente), una paralisi di gran parte dei nervi cranici, ma uno stato di coscienza conservato: il paziente vede, ascolta, prova emozioni, ricorda. Ma però non può muoversi né parlare. «Scrive con gli occhi» sul suo blog (severinomingroni.blogspot.it) perché il corpo è completamente paralizzato, sente e vede male e ha solo un difficoltoso movimento volontario della testa grazie al quale riesce a far scorrere un puntatore sullo schermo del computer e comunicare con il mondo esterno. Severino, che ha 58 anni, è presidente onorario dei Radicali Abruzzo.

«Cibo e sesso sono i primari stimoli vitali di tutti gli animali umani, inclusi noi con la Lis. Soprattutto adesso, dopo più di 17 anni di astinenza sessuale completa», scriveva alcuni anni fa nel suo blog, «grazie ai nostri troppi parlamentari irrazionali, che sembrano esserci o farci: so di una madre italiana che è addirittura costretta a masturbare il proprio figlio autistico! Mentre ho letto che in Usa e Germania ci sono le assistenti sessuali per tutti i disabili, e non si limitano solo a masturbarli. Sono molto esplicito ora riguardo al sesso ma, da normodotato ero un timidone imbranato con le donne, tanto imbranato che non di rado ero costretto ad emulare Onan. Adesso invece, quando non sono depresso, sogno un super piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino, e una vulcanica assistente sessuale».

Da Casoli, paese abruzzese di 6mila anime, Severino lancia un sasso nello stagno dell’indifferenza di un Parlamento che, sull’assistenza sessuale ai disabili, non decide: tre i progetti di legge fermi al palo. Per soddisfare questa necessità elementare, molti ricorrono o alla masturbazione o alla prostituzione come dice, su il Fatto Quotidiano, Max Ulivieri, affetto da una neuropatia genetica che colpisce il sistema nervoso, e che dal 2013 cura il progetto Love Giver, nato per rispondere al «diritto alla salute e al benessere psicofisico e sessuale» delle persone disabili. A inizio legislatura, una proposta di legge sull’argomento, è stata presentata da Ileana Argentin, deputata del Pd, affetta da amiotrofia spinale e da sempre impegnata sui etici e della disabilità. «La mia proposta non è stata calendarizzata neanche in commissione, stesso destino che hanno avuto altre proposte simili. C’è falsità e ipocrisia», è il j’accuse della Argentin, «ci sono delle barriere culturali immense da superare. Ci chiamano ragazzi per tutta la vita. Come se fossimo eterni giovani, eternamente asessuati. Il tema della sessualità resta rinchiuso all’interno delle mura di casa. Ci sono mamme di 85 anni costrette a masturbare figli 50enni disabili. E padri assenti. Bisogna capire che nella vita di un diversamente abile, uomo o donna, il sesso è una componente importante».