E un pool vigila sul laboratorio

Tavolo permanente della Regione monitora l’attività del polo di ricerca

L’AQUILA. Guai a parlare di sversamento, il termine giusto da usare è «evaporazione». È la maniera più precisa per spiegare quello che è accaduto e che potrebbe accadere di nuovo nel Laboratorio di fisica nucleare del Gran Sasso. In sostanza, da quello che siamo riusciti a capire, il Laboratorio non c’entra con quello che è successo recentemente. L’episodio precedente non è uno sversamento, bensì un’evaporazione da una provetta, che poi, attraverso lo stillicidio, è caduta in una quantità che è stata valutata dalla Asl 1.250 volte sotto la soglia delle legge. Il Laboratorio si è sottoposto a un protocollo per cui ha eliminato una serie di produzioni che potevano essere soggette a rischio. Ovviamente, è un laboratorio di ricerca, ma deve segnalare al sistema tutte le attività anche perché ospita ricerche internazionali.
Del tavolo permanente di monitoraggio dell’acquifero presieduto da Lolli fanno parte: la Provincia di Teramo, la Prefettura dell’Aquila, la Regione, l’Arta, il Parco Gran Sasso-Monti della Laga, il Laboratorio, la Strada dei Parchi, il Ruzzo, la Gran Sasso acqua, le Asl di Teramo e L’Aquila.
Uno degli argomenti dibattuti è stato quello legato ai tempi. Per la prevenzione e il sistema di allerta e controlli appuntamento entro 15 giorni, mentre sull’intervento definitivo, giovedì prossimo a Roma, Lolli incontrerà il professor Guercio. Sulla questione la Regione sceglie la trasparenza, consapevole che l’argomento acqua si muove su un terreno minato che è quello del rischio di allarmismo.
Non sfugge, del resto, che il danno che si arreca anche al turismo può essere enorme. Sulla costa teramana gravita il 65% del turismo abruzzese. Turismo che non è all’anno zero, ma anche peggio tra nevicate, terremoti e Rigopiano.
In ogni caso il Tavolo ha disposto anche un potenziamento della Asl, una task force in grado di intervenire in caso di emergenze idriche e non solo.(d.r.)
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