Il viadotto della Transcollinare di Chieti

Ecco le 22 strade provinciali che l’Anas si riprende 

Da Campo Imperatore alla Maielletta saranno resi più sicuri 452 chilometri di viabilità: mantenerle costa 28 milioni di euro all'anno

PESCARA. Dallo Stato alle Province per tornare dopo vent'anni sotto il controllo dell'Anas. Saranno più sicuri i 452 chilometri di provinciali abruzzesi che cambiano padrone. Strade malridotte e pericolose, diventate un lusso per le quattro province abruzzesi. Come la transcollinare che dal casello dell’A14 sale a Chieti: ma che paura a passare su quel viadotto eroso. Oppure la strada delle Capannelle che porta dritto nei luoghi del sisma, o ancora le provinciali che salgono a Campo Imperatore e sulla Maielletta che, ora come ora, fanno fuggire i turisti più che attrarli.
In totale sono 22 provinciali. Sì, molte strade mancano all’appello, e dovranno attendere il secondo se non il terzo turno, come nel caso della provinciale per Villalago. Mentre altre sembrano essere state inserite fuorisacco come la Manoppello-Lettomanoppello.
Ma L’Abruzzo, assicura Luciano D’Alfonso, ha preso più di ogni altra regione d’Italia e risparmierà milioni per la manutenzione che passa all’Anas che, con i suoi 200 mezzi, afferma il governatore, eviterà una Rigopiano 2. Anche se per ora la provinciale che sale sui luoghi della catastrofe non è compresa nell’elenco che pubblichiamo in altro e in modo dettagliato. Un elenco in cui spiccano, tra le altre, la strada del Castello di Tagliacozzo e l’Adriatica che da Cappelle scende a Montesilvano, oppure i 75 chilometri della Marsicana e gli 88 della Frentana, o ancora la Val di Foro-Bocca di Valle e la provinciale per Caramanico. Come pure la Fondo Valle Alento tra Francavilla allo svincolo per la patria di San Camillo, Bucchianico.
«Nel 1997 la Bassanini trasferì queste strade alle Province. E allora dissi a Scalfaro che l’Italia unità era stata fatta dalle infrastrutture ma loro stavano rompendo la continuità viaria». Così ha esordito ieri mattina D’Alfonso nella conferenza stampa alla quale hanno preso parte gli assessori regionali Mario Mazzocca e Silvio Palucci, i presidenti di Provincia Antonio Di Marco (Pescara) e Angelo Caruso (L’Aquila), Chiara Zappalorto vice di Mario Pupillo, per Chieti, assente Teramo. In effetti nell’elenco la teramanità non c’è. Ma il governatore ha annunciato tra i prossimi obiettivi la Notaresco-Atri-Silvi, oltre alla Lanciano-Fossacesia. Altra carezza a Teramo arriva dall’annuncio degli investimenti di Anas per la Teramo-Ascoli e il quarto lotto della Teramo Mare. Chi invece è arrabbiato è il sindaco di Villalago, Fernando Gatta, che sbotta: «Quella che manca è solo la strada 479 "Sannite" Sulmona- Villalago -Scanno, che è a rischio chiusura. E’ un altro schiaffo a mano aperta alla Valle del Sagittario da parte di chi è troppo impegnato a spartirsi le poltrone in Valle Peligna e non ha tempo per pensare a queste sciocchezze». Fu proprio il governatore, durante un sopralluogo per la sicurezza della strada che unisce la Valle Peligna a Scanno e Villetta Barrea, ad annunciare l'intenzione di riconsegnare all'Anas la gestione e la manutenzione della strada. Ma nell’elenco questa strada non c’è. Torniamo alla conferenza stampa con il presidente della giunta che non ha risparmiato quella che ormai è diventata la consueta battuta nei confronti del pentastellato Domenico Pettinari. «Spero che non faccia un’interrogazione sul mio conflitto d’interesse a trattare con l’Anas», ha esclamato D’Alfonso prima di spiegare i criteri alla base delle 22 scelte: connessione con il sistema autostradale e collegamento con le aree turistiche di rilievo nazionale. E di quantificare il costo annuo per la manutenzione di un chilometro di strada: qualcosa come 60mila euro che, moltiplicati per la lunghezza totale delle provinciali tornate nelle mani dello Stato, faranno risparmiare la bellezza di 28 milioni di euro. Quanto basta per spingere Di Marco a dire grazie a D’Alfonso. Lui, il presidente della Provincia di Pescara che, sulla propria pelle, sta pagando un prezzo altissimo per quelle strade insicure e finora abbandonate alla sorte. Il prezzo di chi è indagato per la catastrofe di Rigopiano.