riviera nord: IL CONSIGLIO DI STATO da’ ragione ai residenti

Ecomostro, Comune condannato a pagare

PESCARA. Anche il Consiglio di Stato dà ragione ai residenti della riviera nord che da anni si battono per la demolizione del palazzo incompiuto nelle vicinanze dell’hotel Maya, quello che tutti...

PESCARA. Anche il Consiglio di Stato dà ragione ai residenti della riviera nord che da anni si battono per la demolizione del palazzo incompiuto nelle vicinanze dell’hotel Maya, quello che tutti ormai definiscono l’ecomostro di Pescara.

I giudici hanno respinto l’istanza cautelare presentata dal Comune contro alcuni residenti che si erano già visti accogliere un ricorso davanti al Tar per richiedere un risarcimento al Comune, accusato di non aver ancora provveduto a rendere operativa una precedente sentenza di demolizione del palazzo incompiuto eretto dall’immobiliare Michelangelo. «La domanda cautelare», scrivono i giudici del Consiglio di Stato in un’ordinanza, «non appare fondata, alla luce dell’inerzia del Comune che, dopo la sospensione dell’esecuzione della sentenza di reiezione dell’appello proposto dall’impresa controinteressata contro l’ordine di demolizione adottato dall’amministrazione, non ha adottato alcuna iniziativa e nulla appare avere fatto per sollecitare la decisione dell’appello in merito».

Viene, quindi, respinta l’istanza e confermata, di fatto, la precedente sentenza del Tar del 20 giugno scorso. Sentenza che ha condannato il Comune a pagare ai ricorrenti un’indennità annuale fino a demolizione avvenuta, con retroattività di 5 anni, per non aver provveduto a rendere operativa la sentenza di demolizione. È stato quindi riconosciuto il danno. «Il Comune», aveva scritto allora il consigliere Giovanni Di Iacovo, «dovrà usare i denari dei contribuenti per tenere in vita un abuso edilizio che i cittadini tutti, residenti o passanti, considerano vergognoso e che per la legge doveva essere demolito già da cinque anni».

Lo scheletro dell’edificio è ancora lì, annerito dal tempo e coperto di graffiti scoloriti. Insomma un rudere. «Tra l’altro», ha ricordato Di Iacovo, «è stato realizzato su suolo demaniale, «per distrazione degli uffici comunali al momento dell’autorizzazione della concessione». C’è stata, in proposito, anche una sentenza del Tar, confermata dal Consiglio di Stato nel 2008, che ha annullato la licenza di costruzione e prescritto la demolizione totale dell’edificio. E Il Comune non ha ancora emanato un’ordinanza di demolizione.(a.ben.)

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