Esche avvelenate a Brittoli Uccisi 6 cani e una volpe

Nel Parco del Gran Sasso Laga scoperti 17 bocconi con una sostanza tossica Allarme della forestale e dei gruppi cinofili: «Potrebbero essercene altri»

BRITTOLI. Il territorio comunale punteggiato da esche avvelenate. Ne sono state rinvenute diciassette e ci sono state già le prime vittime: sei cani da tartufo.

La direzione del Parco Gran Sasso e Monti della Laga, sotto la cui giurisdizione ricade il territorio e il comando provinciale del Corpo forestale, ha raccomandato di non frequentare le zone ricche del prelibato tubero. Le esche avvelenate sono state individuate da uno dei Nuclei cinofili antiveleno nati all'interno del progetto Life antidoto, condotto in questa operazione dal Corpo forestale, in località Pontone, del comune di Brittoli e il ritrovamento, purtroppo, ha comportato anche la sconcertante scoperta dei sei cani morti.

L'operazione di individuazione delle esche continua incessantemente, poiché tutto lascia presupporre che chi ha compiuto un simile gesto, non si sia dato dei confini per disseminare morte, paura, danni all'ambiente e seri pericoli anche per l'uomo. «Le ricerche», si legge in una nota del Parco, «avevano preso avvio nella zona in seguito al ritrovamento, la settimana scorsa, nel territorio limitrofo del Comune di Corvara, di una volpe morta per sospetto avvelenamento. Un dubbio avvalorato dalle analisi condotte dall'Istituto zooprofilattico Giuseppe Caporale, di Teramo, che ha confermato come la sostanza utilizzata a Brittoli sia la stessa ingerita dalla volpe: un prodotto estremamente tossico capace di portare alla morte in pochi minuti. Si tratta del primo caso di avvelenamento, dopo oltre un decennio, nel territorio del Parco nazionale Gran Sasso Laga, ente che ha fatto della concertazione con le comunità locali e del supporto alle attività zootecniche la principale forma di prevenzione verso l'uso illegale del veleno».

Misure di prevenzione o di repressione del fenomeno saranno assunte anche dall'amministrazione comunale di Brittoli. «Il territorio interessato», afferma il sindaco Domenico Velluto, anche come primo responsabile sanitario del paese, «è molto esteso e tutto coperto di vegetazione boschiva e pensare di controllarlo in maniera puntuale è impresa assai difficile. In ogni caso stiamo concertando, con gli altri enti di gestione e controllo del territorio, azioni mirate per estirpare queste deprecabili azioni che mettono a repentaglio la società civile, compromettono le attività consentite nelle aree protette, nella prospettiva anche di poter individuare i responsabili». Finora la grande mole di lavoro svolto dai Nuclei cinofili antiveleno del Parco e della Forestale ha permesso di rintracciare ed eliminare numerosi bocconi avvelenati che hanno sicuramente limitato i danni ad ambiente ed animali. «Si ritiene plausibile», si legge ancora nella nota del Parco, «che possano essercene altri. Pertanto, nei prossimi giorni, continueranno gli interventi di ispezione e di bonifica con l'ausilio dei cani antiveleno, considerando che tutta l'area è intensamente frequentata dai cercatori di tartufi. Oltre al sindaco di Brittoli, sono stati interessati anche i primi cittadini dei Comuni limitrofi, Corvara e Carpineto della Nora, per poter con loro concertare azioni comuni, perciò sicuramente più efficaci di prevenzione, del resto rese obbligatorie dalle normative vigenti. Sarà sicuramente appannaggio delle amministrazioni comunali avviare anche una campagna di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini».

©RIPRODUZIONE RISERVATA