«Export, l’Abruzzo batte la Germania» 

Festa della Dompè con i complimenti alla nostra regione

L’AQUILA. «Negli ultimi dieci anni, l’Abruzzo, nell’export farmaceutico, ha fatto meglio della Germania». Così dice Massimo Scaccabarozzi, presidente nazionale di Farmindustria, durante la cerimonia di inaugurazione della nuova area di produzione e ricerca dello stabilimento Dompé dell’Aquila.
Un ampliamento che arriva nel venticinquennale dell’insediamento del colosso dell’industria farmaceutica nel capoluogo di regione. Era il 21 giugno 1993 quando, alla presenza del capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, del premio Nobel Rita Levi Montalcini e dell’allora ministro della Sanità Maria Pia Garavaglia, veniva inaugurato lo stabilimento di Campo di Pile. Che non ha interrotto la produzione neppure dopo il terremoto.
L’INVESTIMENTO. Una ricorrenza che Sergio Dompè, presidente e amministratore delegato del gruppo, ha voluto celebrare ieri presentando l’investimento da 30 milioni di euro – che va a completare il Contratto di sviluppo da 41 milioni di euro (di cui 9,4 provenienti da Invitalia) siglato nel 2014 – grazie al quale sono state realizzate due nuove aree – un edificio di 4 piani destinato alla produzione di granulati e un altro di 3 piani destinato al confezionamento – e un nuovo magazzino.
Circa 9mila metri quadrati in più con cui la capacità produttiva salirà a 50 milioni di confezioni l’anno.
CHI C’ERA. Alla cerimonia hanno partecipato, oltre al patron dell’azienda e al presidente di Farmindustria, anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria; l’ex ministro e sottosegretario Claudio De Vincenti; l’ex sottosegretario Gianni Letta; il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, e il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.
«La farmaceutica italiana», afferma Scaccabarozzi, «sta vivendo un momento straordinario, con 2,8 miliardi di investimenti e numeri in costante crescita. Il settore ha visto aumentare la produzione anche negli anni della crisi, con un +20% basato, peraltro, interamente sull’export, cresciuto del 77%. Siamo ancora dietro la Germania ma di questo passo non solo la raggiungeremo ma la supereremo a breve».
NOI SÌ. Ma l’Abruzzo, sottolinea il presidente di Farmindustria, lo ha già fatto: «Negli ultimi 10 anni, l’export delle industrie farmaceutiche presenti in Abruzzo è cresciuto del 140 per cento un risultato migliore di quello tedesco».
Investire nel settore farmaceutico vuol dire ridurre, in prospettiva, anche i costi della sanità: «A chi dice che i vaccini sono frutto del cinismo di noi industriali», afferma Scaccabarozzi, «rispondo che per ogni euro che si investe nei vaccini lo Stato si risparmiano 16 euro di cure future. Se fossimo davvero cinici come vogliono dipingerci, diremmo alle persone di non vaccinarsi. Invece credo sia più giusto fare prevenzione».
Per fare investimenti, però, ammonisce il presidente di Farmindustria riferendosi all’incertezza del quadro politico italiano, servono stabilità e politiche industriali, «non pannicelli caldi che non portano da nessuna parte».
IL CORAGGIO. «Oggi si lancia un messaggio importante, quando un'impresa investe in un territorio è una festa per tutti». Così invece dice il presidente di Confindustria nazionale, Vincenzo Boccia, nel suo intervento. «È una festa per la comunità e per il paese, l'Italia vive di industria non avendo risorse e materie prime, per la famiglia Dompé che investe in un'area importante, che ha un doppio segnale, la questione del mezzogiorno e quella del terremoto», continua Boccia, «nonostante quei momenti difficili, quest'azienda ha continuato a produrre e questa famiglia ha continuato a credere in questa fabbrica, un bellissimo segnale di coesione e di come si può fare industria ad alto profilo nel nostro Paese».
L’APERTURA. «Le parole del ministro dell'economia Tria sono parole di buon senso e di grande responsabilità, sta ponendo la questione risorse all'interno degli obiettivi che il governo si sta ponendo».
Dice anche questo Boccia mostrando un’apertura verso il governo e la politica del ministro dell'Economia, Giovanni Tria». Ma torniamo all’evento.
L’EREDITÀ DEL NOBEL. «Quando Rita Levi Montalcini venne a inaugurare questo stabilimento», esordisce Sergio Dompé, «non poteva sapere che dopo 25 anni proprio qui sarebbe iniziata la produzione di un farmaco basato sul suo Nerve growth factor».
Il riferimento di Dompé è al farmaco basato sulla molecola dell'Ngf (Nerve growth factor appunto) che cura una malattia rara dell'occhio rimasta fino ad oggi senza terapia.
La molecola fu oggetto degli studi che portarono la Montalcini al Nobel. La produzione del farmaco (un collirio) sarà avviata proprio nello stabilimento dell’Aquila.
FORMA RARA. «Il farmaco serve per la cheratite neurotrofica, una malattia molto rara della cornea che porta nei casi più gravi alla cecità», spiega Dompé. «Nel nostro settore, investire in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e capacità produttiva è un obbligo, una necessità. Per quanto si cerchi di andare veloci, gli altri vanno veloci quanto noi, se non di più, e quindi chi si ferma è perduto».
«Se oggi abbiamo raggiunto questo traguardo, lo dobbiamo anche all’aiuto che ci hanno dato le istituzioni, sia quelle nazionali che quelle locali: Provincia, Comune e Regione. L’Abruzzo è da sempre regione molto attenta, qui ci sentiamo molto più protagonisti che non in Lombardia, dove siamo solo uno tra i tanti gangli del tessuto produttivo. Mi sento di dire anzi ai miei colleghi: venite in Abruzzo!».
ERA UN AMICO. Dompé infine rende omaggio alla memoria di Eugenio Aringhieri, l’amministratore delegato del gruppo morto all’improvviso, all’età di 58 anni, il primo maggio scorso a Boston. «Con Eugenio abbiamo lavorato insieme per 22 anni», ricorda Dompé, «era soprattutto un amico che ci manca moltissimo».