Farmaci illegali dalla Cina

Sequestrate 2.500 confezioni di medicine pericolose.

PESCARA. Antibiotici, antistaminici, aspirine, integratori alimentari e olio per i massaggi. Ci sono medicinali per tutti i malanni tra le 2.500 confezioni sequestrate dalla forestale in 13 negozi cinesi passati al setaccio a Pescara, Chieti e Teramo. Prodotti ritenuti pericolosi per la salute, alcuni dei quali realizzati con piante e animali in via di estinzione e importati illegalmente dalla Cina. Non è la prima volta che la forestale si concentra sulle attività commerciali cinesi. Nei mesi scorsi gli uomini di Guido Conti si sono occupati degli alimenti somministrati nei ristoranti cinesi, ed è scattata l’operazione Mandarino food che ha portato al sequestro di due tonnellate di cibo. Nelle ultime settimane l’attenzione si è soffermata su medicinali e prodotti per la salute Made in China.

I primi dubbi sono emersi nel corso di un controllo amministrativo quando è stata trovata merce sospetta e così si è deciso di andare a fondo ed è venuto fuori un mercato parallelo a quello legale per tutto ciò che riguarda il benessere fisico. Il personale coordinato da Conti e quello del Cites, diretto da Luca Brugnola, hanno fatto tappa in 13 negozi diversi, tra punti vendita di generi alimentari, abbigliamento, giocattoli, minimarket e magazzini e hanno trovato prodotti assurdi, sui quali gli accertamenti non sono ancora terminati. Tutte le medicine (o presunte tali) messe in vendita dai cinesi e poi sequestrate non erano ben esposte nei negozi ma occultate sotto i banconi o gli scaffali e questo vuol dire, per la forestale, che i commercianti sapevano bene di avere a che fare con merce illegale.

Per di più nei documenti contabili delle attività perquisite non c’è traccia di questi prodotti che sono stati spediti qui da alcuni importatori romani. E anche questo fa pensare che i cinesi sapessero bene di avere a che fare con articoli non regolari. Tra i pezzi intercettati ci sono centinaia di confezioni di prodotti che contengono principi attivi della farmacopea ufficiale come analgesici e antistaminici, antifiammatori, antivirali, antibiotici e vitamine, comprese delle pasticche anti-Parkinson e la penicillina. Merce importata illegalmente dalla Cina, probabilmente stipata nei container insieme a vestiti, scarpe e giocattoli, e per la quale non è mai stata chiesta la necessaria autorizzazione al ministero della Salute. Curarsi con queste medicine costa davvero pochissimo: bastano 4 euro per un antibiotico, e un paio di euro per una pomata antifiammatoria o un integratore alimentare destinato a chi frequenta la palestra.

Prezzi concorrenziali, insomma, rispetto a quelli praticati da una normale farmacia italiana, per cui potrebbero essere molti gli italiani attratti dall’economicità di questi articoli anche se al momento sembra che i consumatori di questi prodotti siano in gran parte cinesi. È difficile capire come siano stati preparate tutte queste pasticche, bustine e bottigliette di olio che fanno bella mostra di sé in confezioni colorate e appariscenti, con scritte e foglietti illustrativi esclusivamente in cinese. Tra i componenti utilizzati ci sarebbero specie vegetali e animali in via di estinzione, come il leopardo, il cavalluccio marino, l’asino selvatico asiatico, l’estratto di secrezione ghiandolare di mosco moschifero, l’orchidea e la lappa bardana.

Sono solo alcuni degli ingredienti che sarebbero stati usati per dar vita a cerotti e oli antireumatici, gelatina per decotti, integratori energetici e molto altro ancora, ma è impossibile sapere quale sia l’effetto di questa roba sull’organismo umano. La forestale ha «motivo di ritenere», spiega Conti, «che si tratti di prodotti pericolosi. Per saperne di più sarà necessario effettuare degli accertamenti specifici in laboratorio, capire i principi attivi e studiare eventuali contaminazioni».

Al momento sembra complicato avere chiarimenti in tempi brevi perché pare che gli unici laboratori in grado di eseguire determinati studi si trovino in America e quindi si attende il via libera della magistratura. In attesa delle analisi la forestale ha comunque denunciato sette persone che devono rispondere di immissione in commercio di sostanze pericolose per la salute pubblica, immissione in commercio di farmaci privi di autorizzazione ministeriale e violazione della Convenzione di Washington, che tutela le specie protette.