Follia nata in Russia, ha ucciso 157 ragazzi

Dai tagli sulle mani alla data della propria morte: un curatore ordina le cinquanta prove da superare

PESCARA. Lo chiamano “gioco”, ma in poco più di due anni avrebbe portato alla morte di 157 adolescenti russi. Il suo nome è Blue Whale, letteralmente balena blu, ed è proprio ai cetacei che vanno a morire spiaggiandosi, che si sono ispirati i suoi creatori. Sangue, coercizione psicologica, minacce, col divieto assoluto di lasciar trapelare qualsiasi cosa all’esterno, in un orrido crescendo che si consuma tutto sulla rete, e si conclude con il suicidio della vittima. Già, perché è la morte l’unica alternativa possibile per chi entra nel “giro” perverso, e lo porta fino alla fine lanciandosi dal palazzo più alto della città. È la Madre Russia la patria dalla quale è partito il “gioco”, che presto si è diffuso in altre parti del mondo: la Cina, la Spagna, Brasile, Francia, Gran Bretagna, e ora, si direbbe anche in Italia, dove un caso sospetto era già stato segnalato a Livorno, qualche mese fa.
Si entra semplicemente, attraverso una serie di hashtag. Uscirne è più difficile, perché l’opera di condizionamento psicologico inizia dalle prime battute, con tanto di minacce per la serie, «sappiamo chi sei e dove abiti, e chi sono i tuoi genitori. Non vorrai che accada loro qualcosa…». Messaggi che hanno facile presa sulla mente di adolescenti fragili, insicuri, spesso soli, cresciuti a pane e social sotto l’ala protettrice di internet. Gli step da superare per completare il percorso sono 50: si inizia con i tagli su mani, braccia e gambe, seguendo le linee delle vene, oppure incidendo col rasoio la forma di una balena. Tutto va documentato, e le foto spedite al “curatore”, un individuo designato dalla community, anch’egli un adolescente, come lo sono tutti gli attori e gli spettatori del gioco. È lui che segue il futuro suicida passo dopo passo, ordinando cosa fare: salire sul tetto, oppure su un cornicione, infliggersi tagli, dolore, umiliazioni, passarsi degli aghi sul dorso e sul palmo delle mani. E ancora, svegliarsi alle 4,20 del mattino per guardare film horror che il “curatore” si è premunito di inviare, o ascoltare la musica “suggerita”, fare un giro sui binari, arrampicarsi su una gru. Insomma, punirsi, farsi male, e parlare solo con altre “balene”. Soltanto loro sono in grado di capire. Soprattutto, accettare la data della propria morte, che sarà comunicata dal “curatore”.
Ad assistere all’atto finale, una platea di ragazzini, altre “balene” pronte a emulare il gesto e a glorificare sulla rete la memoria di chi li ha preceduti. Un giovane russo, ritenuto il creatore del gioco, è stato arrestato l’anno scorso. A chi lo interrogava Philipp Budeikin, 23 anni, secondo quanto si apprende in rete, avrebbe risposto di non essere affatto pentito, ma di aver soltanto liberato la società da quelli che ritiene rifiuti sociali.
Angela Baglioni
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