Fosso Grande, nell’indagine anche le foto dei residenti/ Foto

L’inchiesta dei carabinieri del Noe sul disastro del canale mai pulito ed esondato Ecco gli esposti degli abitanti con i garage sommersi. Acquisiti atti a Spoltore

PESCARA. Il canale di fosso Grande bloccato dai rifiuti e dalla vegetazione selvaggia con l’acqua e il fango che escono dagli argini, scorrono sulla strada e arrivano fino agli scantinati e ai garage dei condomini: un metro di melma. Ci sono anche le fotografie scattate dai residenti della zona al confine tra Pescara e Villa Raspa di Spoltore, nell’indagine aperta dai carabinieri del Noe sul disastro di fosso Grande avvenuto il 2 dicembre dell’anno scorso. Insieme alle denunce contro le amministrazioni, i Comuni di Spoltore e Pescara, nel fascicolo ci sono anche le immagini che raccontano della paura dell’alluvione arrivato intorno alle 6 del mattino e mostrano i danni provocati dalla furia dell’acqua e del fango. Ai carabinieri, un residente ha rivelato di aver subito «almeno 100 mila euro di danni»: una Ferrari 348, una Bmw 530, una Toyota Rav 4, più due scooter, una moto e una bici elettrica ricoperti «da un metro d’acqua e fango».

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Foto nel fascicolo. Il guaio è che, quasi un anno dopo, tutto potrebbe succedere ancora una volta: quelle foto scattate nei giorni prima e dopo l’alluvione mostrano che fosso Grande è sempre lo stesso e, proprio sotto il condominio Maria Francesca lotto 2 in via Abruzzo a Villa Raspa, la pulizia si limita a un tratto di appena trenta metri e soltanto dal lato Spoltore. Il resto è una savana.

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Un anno sotto inchiesta. L’indagine dei carabinieri del nucleo operativo ecologico è vicina alla conclusione: le prime acquisizioni di documenti, al Comune di Spoltore, riportano indietro a due giorni dopo l’alluvione. Il sindaco Pd Luciano Di Lorito conferma: «Abbiamo fornito ai carabineri la documentazione che ci è stata chiesta e i nostri uffici sono a disposizione, nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile». Dopo i primi 6 mesi, c’è stata una proroga dell’indagine. Vicina al bivio, ormai: contestazione di reati o archiviazione.

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Partenza da Spoltore. Perché i carabinieri sono partiti da Spoltore? Una delle denunce finite nel fascicolo addossa responsabilità proprio al Comune: «Preciso che da vari mesi sono stati sollecitati interventi di manutenzione degli argini rimasti inascoltati dall’amministrazione comunale di Spoltore. Alcune segnalazioni sono state effettuate anche tramite lettere raccomandate con ricevute di ritorno». Sotto accusa ci sono almeno 8 lettere raccomandate che i residenti hanno mandato al Comune chiedendo interventi contro il rischio esondazione di fosso Grande, interventi che nessuno ha fatto secondo i residenti. L’indagine mira a capire perché è accaduto e se ci sono state omissioni, dai lavori mai fatti agli allarmi non lanciati.

«Evitate un altro disastro». L’esposto di uno dei residenti, dopo aver passato in rassegna i danni subiti e gli appelli inascoltati, si chiude così: «Tanto comunico al solo fine di evitare il ripetersi di situazioni disastrose che potrebbero avere conseguenze ancora peggiori». Ma è una conclusione beffarda: secondo il Genio civile servono tra 800 mila euro e un milione di euro per i lavori di bonifica. Chi deve pulire il canale non è certo: per il Comune di Spoltore, la competenza è della Provincia di Pescara. Ma sia Di Lorito, appena eletto consigliere provinciale, che il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, hanno chiesto aiuto alla Regione Abruzzo. Nuove lettere in procura. Certezze non ci sono, soltanto la speranza che la Regione paghi davvero i lavori. Ma c’è anche un rischio: che passi un altro inverno con fosso Grande sempre abbandonato. Un rischio che i residenti che non vogliono correre: è per questo che, il 15 settembre e il 3 ottobre scorso, hanno scritto ancora al Comune di Spoltore, ai vigili urbani, alla Asl e alla prefettura per chiedere la «pulizia di fosso Grande». Per «conoscenza», le lettere sono state inviate anche alla procura.

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