Geriatria scoppia, arriva nuovo personale 

L’assessore Verì annuncia la delibera per le assunzioni alla Asl e la riorganizzazione dell’assistenza, da diversificare

PESCARA. All’appello dell’Ordine delle professioni infermieristiche sul reparto di Geriatria dell’ospedale di Pescara che scoppia, rispondono l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì e il sindaco Carlo Masci. E entrambi assicurano che non stanno a guardare. Sollevando un allarme urlato già più volte, anche da pazienti e familiari, l’Ordine degli infermieri (presieduto da Irene Rosini) ha segnalato le «notevoli difficoltà» che si vivono in reparto dove i 46 posti letto, oltre ai 9 di lungodegenza, non bastano mai e si arriva a superare gli 80 degenti, occupando i corridoi. Una «situazione cronica e non più straordinaria» di fronte alla quale si deve intervenire, dice l’Ordine, anche perché «il personale è calibrato per assistere i posti dichiarati e non quelli in esubero».
L’assessore Verì annuncia un incremento di personale, essendo «arrivato in Regione il piano delle assunzioni della Asl, per cui a breve prepareremo la delibera che consentirà l’ingresso di nuovo personale a tempo determinato nei momenti clou». Ma si sta lavorando anche sulla «riorganizzazione dell’assistenza, che va diversificata, coinvolgendo anche le residenze sanitarie assistite e il sistema dell’assistenza domiciliare», prosegue l’assessore che ha già visitato il reparto guidato da Emilio Simeone e ha «aperto dei tavoli» di confronto per affrontare la situazione. Annuncia la sua visita il sindaco Masci, e «non solo in Geriatria ma anche in altri reparti». E poi, dice, «parlerò con il manager Armando Mancini e con Verì per spingere il Dea di secondo livello. Geriatria ha bisogno di personale e apparecchiature tecnologiche per funzionare al meglio. Quello di Pescara è un ospedale di eccellenza e ha tutte caratteristiche previste dalla legge per diventare Dea di secondo livello». La Asl ha provato a cercare delle soluzioni per Geriatria, come l’utilizzo dei posti letto creati per la lungodegenza, ma «il sollievo» generato da questo «rimedio» non è sufficiente a soddisfare una carenza cronica di posti provocata dal gran numero di persone di una certa età che sceglie l’ospedale, in caso di necessità, fa notare Simeone. «Aumentando i posti letto non si risolve il problema», aggiunge, e la via di uscita va trovata lavorando «sul fronte organizzativo e strutturale». E poi serve un «buon filtro a monte, dalle strutture del territorio», senza dimenticare che la Asl ha adottato delle delibere «per organizzare diversamente gli accessi all’ospedale e ai reparti. Eppure si satura tutto. Noi», conclude Simeone, «cerchiamo di offrire la nostra disponibilità e capacità professionale ma non abbiamo una capacità alberghiera a queste proporzionale». E Pescara non è diversa da altre città.