Giovani in rete: «Sempre connessi, ma quanto odio sul web»

Indagine del Corecom su 5mila ragazze e ragazzi abruzzesi. Tra i principali contenuti negativi che vengono visualizzati sul web compaiono insulti e istigazione alla violenza

PESCARA. È lo smartphone lo strumento usato dal 95% dei giovanissimi per connettersi alla rete. WhatsApp (99%) e Facebook Messenger (58%) si confermano invece le applicazioni di messaggistica più usate, mentre Facebook e Instagram rimangono i social network più frequentati (84% e 82%). Lo rivela l’indagine conoscitiva realizzata dal Corecom Abruzzo (il Comitato regionale della comunicazione) sull’utilizzo delle nuove tecnologie, condotta su oltre cinquemila studenti delle scuole secondarie abruzzesi, presentata ieri nella sala consiliare del Comune di Pescara, nel corso di “Navigare Sicuri 2017”, promosso dal Corecom in collaborazione con Unicef, Polizia Postale, Ufficio Regionale Scolastico e Arit.

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Complessivamente, i giovani si sentono abbastanza sicuri quando navigano online. Oltre il 60%, infatti, ha detto di conoscere i rischi della rete e di essere capace di starne lontano. Un risultato, osserva il Corecom, frutto di una cultura che si è diffusa grazie ai continui interventi formativi da parte degli adulti; oltre il 65% dei ragazzi intervistati, infatti, ha dichiarato di aver ricevuto insegnamenti e suggerimenti. Nel 67% dei casi sono stati i genitori a mettere in guardia i ragazzi rispetto alle insidie della rete, seguiti da esperti del settore (35%) e dagli insegnanti (33). A fronte di questa ostentata sicurezza, tuttavia, il 48,5% dei ragazzi si è detto interessato ad approfondire il discorso legato a pericoli nascosti nella rete, mentre il 28% vorrebbe conoscere meglio gli aspetti positivi di internet per sfruttarne al meglio le potenzialità.

Lo studio conferma, purtroppo, anche la tendenza che negli ultimi mesi ha destato molto clamore, quella legata all’hate speech (incitamento all’odio) in quanto oltre il 46% dei ragazzi dichiara che tra i contenuti negativi che visualizza maggiormente online vi sono insulti e l’istigazione alla violenza (46,6%), seguiti da giochi e scommesse (45%), e immagini pornografiche (40,3%); non sono da meno, purtroppo, anche i contenuti legati alla discriminazione razziale (38%) e al consumo di droghe (32%). Il 7.6% ha dichiarato di essere rimasto vittima di un furto di identità.

Per quanto concerne attività più vicine alla sfera del cyberbullismo, gli episodi più diffusi tra i giovani sono per lo più legati alla ricezione di messaggi che hanno spaventato la vittima (38,3%), l’esclusione da parte di community e gruppi (36,3%) - ad esempio, gruppi di classe su whatsapp - e la pubblicazione online di pettegolezzi e cattiverie sul conto della vittima (33,9%). Il 66,5% dei ragazzi che ha avuto accesso a contenuti poco leciti non ne ha parlato con alcuno, mentre la restante parte si è confidata con i genitori o con gli amici.

Alla presentazione dell’indagine sono intervenuti il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, il presidente del Co.Re.Com. Filippo Lucci, la presidentessa dell’Unicef Anna Maria Cappa Monti ,e Angela Rapicavoli che portato i saluti del direttore dell’Ufficio regionale scolastico Ernesto Pellecchia, oltre a Elisabetta Narciso, dirigente della Polizia Postale Abruzzo, Gian Mauro Placido, direttore tecnico della Polizia postale abruzzo e Giammaria de Paulis, autore del libro «Facebook: genitori alla riscossa”. «Navigare Sicuri», ha detto il presidente del Corecom Abruzzo Filippo Lucci , «nasce con l’intento di investigare il comportamento online dei giovani studenti abruzzesi al fine di promuovere un utilizzo più responsabile e consapevole delle nuove tecnologie, dei dispositivi mobili, dei social network e di internet nel suo complesso».

«Alla luce dei dati raccolti», - ha dichiarato Giammaria de Paulis, che ha presentato i dati raccolti durante l’indagine, « sono emerse significative valutazioni in merito alle esperienze di navigazione online e all’utilizzo da parte dei ragazzi delle tecnologie ad esse connesse».

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