Giunta regionale, D'Ignazio: «Nessun rimpasto, ora si vada al voto» 

Il consigliere di Cp) e Paolini (Idv) respingono le ipotesi di cambi in giunta. E D’Alfonso scherza sulle dimissioni: «Io mi immetto»

PESCARA. Il governatore ama giocare con le parole. E a chi gli chiede notizie delle dimissioni dallo scranno regionale dopo l’elezione a senatore della Repubblica ribatte sornione: «Io sono uno studente che coltiva la passione per l'immissione, io mi immetto. Non conosco altro». Un modo per irritare ancora di più gli avversari e qualche alleato, quelli veri e quelli presunti. Come il consigliere Giorgio D’Ignazio (Civica popolare) che non ha gradito il fatto di essere coinvolto, suo malgrado (ma non da ora, da almeno due anni, e oggi in maniera più insistente), nelle manovre per il possibile rimpasto di giunta successivo alle dimissioni annunciate dai due assessori Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo: «Io in giunta? Sono notizie diffuse ad arte per mettere pressione su Donato e Andrea», dice D’Ignazio, «ma a questo gioco non crede più nessuno. Io non entrerei mai in giunta, e a me nessuno l’ha proposto. E poi non ci sarà nessun rimpasto. Se toccano Donato casca tutto». Il conto è presto fatto, ragiona D’Ignazio: la maggioranza si regge su 18 consiglieri su 31, se Di Matteo viene messo fuori si tira dietro Gerosolimo e Mario Olivieri, l’altro consigliere eletto in Abruzzo Civico. Si scende quindi a 15 e i numeri si ribaltano a favore dell’opposizione. Naturalmente si fa il conto con D’Alfonso in carica. In caso di dimissioni (che prima o poi dovranno essere presentate) non essendo prevista la surroga (che invece scatterà per Camillo D’Alessandro con l’ingresso di Antonio Innaurato) la maggioranza scenderebbe a 14. Al vice di D’Alfonso Giovanni Lolli non resterebbe che guidare la navicella regionale fino alla data più vicina per le elezioni e nella più ordinaria delle amministrazioni. Mentre D’Alfonso se ne starà a Palazzo Madama «a fare il falegname a favore della aspettative degli abruzzesi», come ha detto ieri ai cronisti a margine della firma, a Pescara, delle convenzioni per 35 interventi sul sistema idrico integrato (vedi servizio in basso), aggiungendo che sarà «cercatore incredibile di norme a favore dell'Abruzzo e di ulteriori risorse finanziarie». Si tira fuori dalla partita della giunta anche il vicepresidente del consiglio regionale Lucrezio Paolini (Idv) che smentisce incontri o trattativi per il rimpasto, e aggiunge: «Personalmente ritengo che non si debba procedere ad alcun rimpasto di giunta, non avrebbe senso sostituire qualcuno a fine mandato. Colui che venisse investito di deleghe non avrebbe il tempo di dare nessun segnale. Ieri (giovedì per chi legge, ndr.) ho preso parte alla conferenza stampa di presentazione del Testo Unico sul Commercio, un importante traguardo per il Comitato per la Legislazione che presiedo, un lavoro di semplificazione normativa che elimina e modifica oltre cento leggi obsolete che consente ai lavoratori di un importante settore di migliorare la qualità della produttività. Sarebbe opportuno che ciascuno si occupasse del proprio compito di portare a conclusione il proprio mandato nel rispetto delle competenze per dare risposte concrete ai cittadini abruzzesi». E intanto il tempo accelera verso la conclusione della legislatura. E accelererà ulteriormente dopo le amministrative di giugno (il voto di Teramo darà indicazioni preziose), per arrivare (probabilmente) in autunno al voto.