Gli architetti: trasparenza sul progetto per l’ex Cofa

La presidente dell’Ordine Antosa: «Vogliamo un incontro con D’Alfonso per discutere la procedura migliore, sì a un concorso internazionale»

PESCARA. «La politica svolge il proprio compito che è quello di dare indirizzi. Noi architetti per l’ex Cofa vogliamo la trasparenza della procedura. Per questo, all’unisono, siamo per un concorso di progettazione internazionale e non a inviti. E siamo a disposizione della politica per studiare insieme la procedura migliore». Così Laura Antosa, presidente dell’Ordine degli architetti di Pescara. Il rudere del vecchio mercato ortofrutticolo è al centro del dibattito tra gli architetti: dopo una dichiarazione del presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, l’architetto Gianluigi D’Angelo, uno dei tre dimissionari dal consiglio dell’Ordine, ha scritto una lettera allo stesso D’Alfonso chiedendogli di indire un «concorso vero dove vinca il merito» per la riqualificazione dell’ultima zona vista mare di Pescara.

D’Angelo si è dimesso il 14 maggio scorso insieme a Piero Perletta e Pamela Crocetta per contrasti sull’Inarcassa, l’ente di previdenza e assistenza degli architetti. Poi, l’ultimo terreno di critica è l’ex Cofa. Su come cancellare il mostro tra il ponte del Mare e il porto turistico Marina di Pescara, D’Alfonso ha detto: «Chiameremo le bravure della città». E il governatore ha fatto i primi nomi e cognomi di architetti: Carlo Pozzi, preside della facoltà di architettura dell’università D’Annunzio, Lucio Zazzara, docente universitario, Enzo Siviero, progettista del ponte Nuovo per l’area ex Camuzzi e collaudatore del ponte del Mare, Rosario Pavia, curatore del Prg del porto, la presidente dell’Ordine Antosa e gli artisti Franco Summa ed Ettore Spalletti.

«All’unisono», dice Antosa, «crediamo che sull’ex Cofa servano una procedura trasparente e un progetto di qualità. E le parole di D’Alfonso vanno in questa direzione: vogliono dire apriamo un dibattito, parliamone, senza rappresentare l’avvio di un iter amministrativo. Per questo, come Ordine, organizzeremo un incontro per ricominciare a discutere del futuro della città con le istituzioni, a partire da D’Alfonso. Vorremmo parlare dell’ex Cofa, ma anche dell’area di risulta, dell’ex Cogolo, delle incompiute, del rapporto con il fiume. Vogliamo confrontarci. Per noi c’è necessità di partecipazione e questa posizione è condivisa dall’intero consiglio e dalla comunità degli architetti pescaresi. Poi, c’è chi parla a nome proprio, senza rappresentare gli architetti come categoria, e per ansia di apparire».

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