Grandine e paura: 50 feriti alla testa 

Costa devastata, a Pescara un fiume d’acqua travolge le auto Danni milionari soprattutto a Montesilvano e Francavilla

PESCARA. Bombardati dalla grandine che ferisce cinquanta persone tra Montesilvano, Pescara, Francavilla e Fossacesia. Distrugge migliaia di auto sulla costa teramana, pescarese e teatina. Crivella i tetti, spacca le finestre, terrorizza la gente. Chicchi grandi come arance. Pietre di ghiaccio pesanti 400 grammi. L’Abruzzo si ritrova in ginocchio.
L’ONDA TRAVOLGENTE. Rivive ore di terrore, la regione di Rigopiano e dei terremoti, mentre un fiume d’acqua scende dai colli pescaresi trascinando macchine e bidoni della spazzatura.
È un’onda travolgente che invade anche il parcheggio sotterraneo dell’ospedale Spirito Santo coprendo, totalmente, quaranta auto che, dopo la bufera, i sub dovranno controllare una per una per scongiurare la presenza di corpi senza vita. Tra i feriti che si presentano al pronto soccorso c’è anche una donna incinta. Ha il volto e le mani insanguinati. «Un fenomeno mai visto, mai ricordato. Ci troviamo di fronte ad una situazione meteorologica nuova», dichiara incredulo il comandante della Polizia municipale di Pescara, Carlo Maggitti.
IL RACCONTO CHOC. «Improvvisamente gli allarmi hanno iniziato a suonare, le persone a correre e si sentiva il rumore dei vetri che si rompevano, sembrava un bombardamento», raccontano i testimoni. «Stavamo salendo le scale del Comune», dicono, «quando abbiamo iniziato a sentire dei rumori ripetuti e violenti, come fossero colpi d’arma da fuoco. Poi le finestre dello stabile si sono rotte. A quel punto abbiamo raggiunto l'uscita e, restando al riparo, abbiamo visto la grandine, grande come arance o palle da tennis, che cadeva con violenza sulle auto e in strada. C'erano persone che scappavano, automobilisti che percorrevano strade contromano per mettersi al riparo».
PARLA MARSILIO. «Ho seguito da Bruxelles, con attenzione e apprensione, l’ondata di maltempo che ha colpito diverse zone della costa abruzzese, rimanendo in costante contatto con la struttura di Protezione Civile regionale. Si è trattato di un’ondata che non ha mancato di causare numerosi danni e feriti, in particolare nelle città di Pescara e Francavilla. Come Regione ci siamo subito attivati scrivendo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Capo Dipartimento della Protezione Civile per valutare una successiva richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale qualora ne ricorrano le condizioni».
«Da domattina (oggi, ndr) sarà operativa una piattaforma dove i sindaci potranno segnalare i danni subiti nei propri territori». Così commenta il presidente della Regione, Marco Marsilio.
PIOGGIA E POLEMICA. Il Centro Funzionale d'Abruzzo della Protezione Civile aveva emesso solo l'allerta gialla per rischio idrogeologico. Un allarme due, su una scala da uno a quattro, che fa sbottare il neo sindaco di Pescara, Carlo Masci: «Non potevo immaginare il disastro».
Dal monitoraggio effettuato mediante la rete regionale in telemisura, il responsabile del Centro funzionale d'Abruzzo, Antonio Iovino, ha poi comunicato che i maggiori quantitativi di pioggia sono stati registrati nelle stazioni di Pescara Colli (circa 120 mm), Francavilla al Mare (circa 65 mm) e Ortona (circa 75 mm). Sono numeri da record.
IL PRESIDENTE SOSPIRI. «Ho dato mandato alle strutture tecniche regionali di attivare tutte le procedure per il riconoscimento dello stato di emergenza e di calamità naturale nei confronti del Governo. Per arginare i danni causati dalla straordinaria ondata di maltempo, che ha colpito soprattutto la costa, occorrerà tutto il sostegno possibile delle Istituzioni per consentire all’Abruzzo di risollevarsi ancora una volta. E sono certo che insieme ne usciremo», annuncia il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri.
IL SOTTOSEGRETARIO VACCA. «Il Governo c’è ed i cittadini abruzzesi non sono soli in questo momento di emergenza. Ho sentito personalmente il sindaco di Pescara, Carlo Masci, tra le città più colpite, e il presidente Marsilio per comunicare la vicinanza alla provincia di Pescara e a tutte le città che nelle scorse ore sono state colpite da grandinate e nubifragi di portata straordinaria, che hanno creato non pochi danni a cose e persone. In modo specifico, inoltre, ho contattato la Soprintendente e la direttrice del polo museale affinché si faccia un censimento di eventuali danni alle opere e ai luoghi della cultura colpiti dalla potente ondata di maltempo», così il sottosegretario di Stato M5S, Gianluca Vacca.
AGRICOLTURA KO. Anche le campagne sono state distrutte dalla grandine e la pioggia con particolare riferimento alle zone costiere, soprattutto Pescara e Francavilla fino a Vasto, ma senza risparmiare il Fucino e le aree più interne, devastando alberi da frutta, capannoni e serre, ortaggi in campo e serre, lasciando una scia di devastazione per tante aziende agricole in un momento delicato per le colture.
TEMPO IMPAZZITO. «Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono stati registrati oltre due eventi meteorologici distruttivi al giorno tra grandinate, trombe d’aria, nubifragi e tempeste di neve. Ben sei al giorno le grandinate dall'inizio dell'estate. Fenomeni in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2018», rileva Coldiretti Abruzzo evidenziando che la grandinata di ieri arriva al termine di un giugno dal caldo record con temperature superiori rispetto alla media degli ultimi 20 anni.
«Stiamo verificando la situazione ma i danni sono sicuramente ingenti soprattutto sulla costa e hanno colpito ogni tipologia di realtà produttiva con la compromissione non solo del raccolto di stagione ma delle attività del prossimo futuro», dice Coldiretti Abruzzo, «è necessario lo stato di calamità, altrimenti assitereremo alla fine di tante imprese, soprattutto le piu piccole».
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