Guerino, festa di fine lavori L’apertura a settembre 

L’imprenditore Di Carlo: felice di aver restituito a Pescara un pezzo di storia

PESCARA. Da rudere a cantiere. Da cantiere a locale vista mare. In pochi mesi l’ex Guerino è letteralmente rinato, sulla riviera nord di Pescara, a fianco alla Nave di Cascella. E ieri sera, con la festa organizzata per la fine dei lavori, è stato segnato un altro step decisivo per la rinascita della struttura storica.
Il prossimo passaggio decisivo è atteso a giorni, con lo sblocco della concessione demaniale che certificherà la conclusione dell’intervento di riqualificazione. E poi, nei primi dieci giorni di settembre, si prevede l’inizio di una nuova vita per l’ex Guerino dal punto di vista commerciale con l’apertura di una catena di food internazionale che occuperà piano terra e primo piano dell’edificio appena rimesso a nuovo dal gruppo Di Carlo. Inizialmente si era parlato di due locali diversi e con target diversi, ma per questioni di licenze un discorso del genere non può essere portato avanti.
Un po’ per volta il mosaico immaginato per questo edificio sta prendendo forma. E manca poco per realizzare il progetto che è stato lanciato all’inizio del 2017 da Florio Corneli, della società Giemme, e poi è stato abbracciato a fine anno da Isaia Di Carlo, l’imprenditore che di fatto ha firmato la rinascita dell’ex Guerino, rimasto chiuso per 14 anni a causa di un cantiere costantemente fermo e occupato dai senzatetto.
La maratona è cominciata nel mese di novembre, per il gruppo Di Carlo, che ha già investito due milioni di euro. «La fine dei lavori è stato l’incubo degli ultimi 90 giorni», ha detto proprio Di Carlo agli ospiti che hanno partecipato alla festa di ieri sera e ammirato la vista mare mozzafiato. «Sapevamo che se non avessimo finito i lavori in tempo sarebbe stata a rischio la concessione e quindi tutto il progetto». Ma ora si può tirare un sospiro di sollievo e di questo l’imprenditore ringrazia i suoi «collaboratori, le maestranze e i professionisti» che hanno consentito di concludere l’intervento entro il 20 giugno, termine ultimo fissato a dicembre da Comune e Demanio, quando è stata concessa la proroga. È stata una «avventura», ha ammesso Di Carlo che probabilmente non aveva «percepito» la portata dell’iniziativa ma ora è felice di «aver restituito un pezzo di storia di Pescara» alla città. È un «piccolo capolavoro», lo sa bene. Basta ricordare il grigiore della struttura negli ultimi 14 anni e poi ammirarla oggi, completamente rimessa a nuova (mancano solo arredi e cucine).
Per il futuro dell’ex Guerino, Di Carlo spera in qualcosa di solido. Quindi, dice, una volta recuperata «la dignità», bisognerà fare in modo che la struttura «non chiuda». Per questo si è affidato a una catena internazionale, di cui non svela il nome, che consentirà alla struttura di «mantenersi a lungo», potendo assicurare sempre un fatturato consistente.
Ma ora è essenzialmente il momento dell’entusiasmo. «Torna in vita un pezzo di storia di Pescara», ha commentato Corneli, «e lo dobbiamo a Di Carlo», che ha dimostrato di possedere «un sano spirito d’avventura e di essere un imprenditore puro». Quando ha accolto «la sfida» di far rinascere Il Gabbiano, Corneli aveva una certa «paura» ma si è fatto trascinare «dall’amore per la città». E ha accettato. Ora, con l’inaugurazione dei locali, si chiude una lunga fase «di deperimento dell’edificio che ha penalizzato tutta la città». E Corneli si augura che una sorte altrettanto positiva tocchi ai locali che furono di Eriberto, chiusi da tempo.
«Evviva il Gabbiano ritrovato», ha detto con entusiasmo il sindaco Marco Alessandrini che vede il locale come «un nuovo atteso punto di vista su Pescara». E se il «Gabbiano 4.0» ha le ali per volare è grazie a un «imprenditore che osa essere visionario», ha aggiunto. La seconda vita di Guerino garantisce «lustro» a Pescara, ha aggiunto Riccardo Padovano del Sib Confcommercio. E c’è da augurarsi il «successo» di questo locale, ha commentato il presidente della Regione Luciano D’Alfonso sperando che tutti ne «sostengano il rilancio» perché non è solo «un posto straordinario che a Pescara mancava da troppo». Ma è «un modello».