I bimbi dell'ospedale incantati dalla magia delle Frecce tricolori

 PESCARA. Gli aeroplanini di cartone rossi, bianchi e verdi attaccati alle pareti. Nei disegni dei piccoli pazienti, accanto alle stanze di degenza, ricorre il tricolore che sventola. «Benvenute Frecce tricolori»: la scritta a caratteri cubitali saluta l'arrivo dei 5 piloti della pattuglia acrobatica nazionale. E' un giorno di festa per i bambini ricoverati nei reparti di Pediatria, Chirurgia pediatrica ed Ematologia pediatrica.  Il giorno prima dell'esibizione nel cielo di Pescara, i top gun dell'aeronautica militare fanno tappa all'ospedale cittadino per incontrare i piccoli fan. Un sorriso, un abbraccio e tante strette di mano: l'estro e la magia dei piloti contagia le corsie dell'ospedale. La bravura dei militari, in grado di disegnare in volo figure cangianti ed esibirsi in manovre suggestive, attira l'interesse dei tantissimi bambini, costretti dalla malattia a rinunciare alla celebrazione del centenario degli spettacoli di aviazione. Gli uomini in divisa, capitanati dal tenente colonnello Marco Lant, si fanno strada tra palloncini gialli e azzurri, festoni alle pareti e reparti addobbati di tutto punto. A guidarli tra le corsie i volontari dell'associazione Adricesta, gli assessori al Volontariato Carla Panzino e alla Cultura Elena Seller. Per i piccoli pazienti ci sono gadget di tutti i tipi: peluche, puzzle, cappellini blu, poster e figurine che riproducono le acrobazie delle Frecce tricolori. E poi aeroplanini da montare, segnalibri e fischietti. Un mazzo di fiori, tricolore, viene offerto dal comandante a una ragazzina in cura. «Oggi in Pediatria si respira aria di allegria», recita una filastrocca composta da un paziente, «non fate l'errore di pensare che in questo posto ci si debba annoiare. L'ospedale è il luogo ideale per incontrare le Frecce tricolori e i loro intrepidi aviatori». Commossi i piloti Mirco Caffelli, Gaetano Farina, Marco Zoppitelli e Stefano Centioni, accompagnati dai sottufficiali Andrea Saia, Antonio Diana e Michele Merlino. «Aspettavo questo giorno da due anni», dice Giorgio, un ventenne con un sogno nel cassetto: diventare pilota dell'aeronautica militare.

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