I candidati sindaco: «Ecco la nostra area di risulta» 

Dal palarock di Costantini al polo di attrazione con parcheggi secondo Masci Parco urbano per Sclocco e parco centrale per Civitarese. Iacomelli: via i criminali

PESCARA. Il sindaco uscente Marco Alessandrini lo aveva inserito fra gli obiettivi del suo mandato e ha provato fino all’ultimo consiglio comunale a lasciarlo in eredità alla prossima amministrazione. Ma, sommerso da emendamenti e osservazioni, il maxi progetto di riqualificazione delle aree di risulta della vecchia stazione ferroviaria centrale è naufragato. Il testimone adesso passa agli otto candidati sindaci in corsa per la poltrona più importante di Pescara: spetterà a loro provare a riempire quel vuoto urbano di 12 ettari nel cuore della città che da decenni attende una nuova destinazione. C’è chi come Carlo Costantini, aspirante sindaco del polo civico “Faremo Grande Pescara”, strizza l’occhio a un Palarock nell’area di risulta «per trasformare Pescara nella città italiana del rock, con tutto ciò che ne conseguirebbe dal punto di vista turistico ed economico».
Carlo Masci, invece, candidato sindaco della coalizione di centrodestra, pensa a «un polo di attrazione, una grande opera simbolica in grado di attrarre turisti da fuori Pescara e che metta in collegamento i diversi punti della città».
Altri, come l’ex assessore Stefano Civitarese, oggi in campo da aspirante primo cittadino sostenuto da “Coalizione civica per Pescara”, dopo aver messo nero su bianco il progetto di riqualificazione e averlo consegnato all’amministrazione di centrosinistra, si dice pronto «a un’ipotesi di revisione dei due edifici a nord, vicino al Bingo, e a sud, all’altezza di via Teramo, poiché eliminando il residuato privato non cambierà la natura e la sostanza del piano che ruota intorno all’idea del grande parco centrale e dei silos, concepiti come elementi di architettura verde che possono essere riconvertiti».
«Il parco centrale è un’ipotesi valida e fattibile», argomenta Civitarese, «è una scelta da fare se si vuole andare verso una città ecologica e sostenibile. Oggi non si può pensare di attrarre le auto private nel centro città in maniera disordinata, servono trasporti pubblici efficaci che attraversino la città da nord a sud a partire dalla direttiva della strada parco».
«Nell’immediato i cittadini si aspettano i servizi», ribatte Carlo Masci, «un parcheggio che abbia un numero di posti tale da soddisfare le esigenze del centro commerciale naturale, nato e cresciuto in questi anni, e un’area verde attrezzata, fruibile, che caratterizzi la città metropolitana vasta e che possa dare risposte ambientali. Dal progetto voluto dall’amministrazione Alessandrini, bisogna eliminare e ridurre al massimo lo spazio edificato privato, perché Pescara non ha bisogno di ulteriori immobili e residenze».
Per Mirko Iacomelli, candidato sindaco di Casa Pound, prima di pensare a cosa realizzare nell’area di risulta bisogna «risolvere le emergenze, a partire dalla lotta alla criminalità, allo spaccio di droga e al degrado urbano». La realizzazione di una vasta zona verde, considerata «vero plusvalore per i pescaresi e biglietto da visita per chi arriva in città» rientra fra i programmi anche della candidata sindaco del centrosinistra Marinella Sclocco, che si dice «aperta a un bando di concorso di progettazione pubblico» e promette di «sbloccare definitivamente e in tempi brevissimi» l’attuale situazione di stallo «dando dignità e fulgore a ciò che da decenni è solo un parcheggio». L’idea di Sclocco è di trasformare l’area di risulta in «uno splendido parco urbano, luogo ideale in cui sia cittadini che turisti trovino ristoro e relax all’ombra di grandi alberi, e nello stesso tempo un nucleo di aggregazione che proporrà suggestivi cambiamenti a seconda delle stagioni». «Sarà un’oasi collegata al centro e al mare, con cui stabilirà un dialogo continuo», aggiunge Sclocco, «i parcheggi, fondamentali per l’accesso alla città e per lo shopping, troveranno una sistemazione meno impattante ma molto ben organizzata. Sul tavolo c’è un progetto che si autofinanzia, con 58 milioni di euro al suo interno di cui 12 provengono dal pubblico e gli altri dai privati, con cui stabilirò rapporti chiari e trasparenti in modo che il loro intervento possa apportare solo benefici per i cittadini senza che la città perda la sua totale autonomia sull’area in questione. E’ così che si fa in tutte le città del mondo, senza questo meccanismo di autofinanziamento l’area rimarrà così per altri 40 anni perché il pubblico da solo non è in grado come non lo è stato fino ad ora».