I duemila conigli morti da otto mesi

Personale della Asl, carabinieri del Nas e forestale controllano i capannoni presi in affitto da una ditta romagnola

PESCARA. Nessun provvedimento sanitario, almeno finora, è stato emesso. È questo l’esito del sopralluogo di ieri, a Congiunti, frazione di Collecorvino, nei capannoni nei quali nei giorni scorsi sono stati trovati migliaia di conigli morti. Un sopralluogo al quale hanno partecipato il sindaco di Collecorvino, Antonio Zaffiri, i veterinari della Asl di Pescara, gli agenti della corpo forestale dello Stato e i carabinieri del Nas di Pescara e della stazione di Collecorvino.

Nessuna infezione. «Non c’è nessun tipo di allarme di tipo sanitario», ha assicurato il sindaco Zaffiro, «anche perché i conigli sono morti ormai da otto mesi». Dunque, precisa il sindaco «da febbraio, quando operava l’azienda che gestiva l’allevamento, la Avisan (una società semplice di Galeata, in provincia di Forlì-Cesena, ndr), e sotto la quale si è interrotto l’iter del fermo sanitario. Si tratta di una procedura», continua Zaffiri, riferendosi al “fermo sanitario”,«che segue il periodo in cui si prendono i conigli piccoli, per farli crescere, fino a portarli a macellazione».

«Dopo questa prima fase», spiega il sindaco, che è anche la massima autorità cittadina in ambito sanitario, «deve seguire un periodo di tre mesi di, appunto, fermo sanitario, in cui si deve provvedere a una bonifica del luogo in cui sono stati allevati i piccoli conigli, in cui tra l’altro gli animali devono essere portati all’inceneritore. Ecco», rileva Zaffiri, «nel caso dei conigli dei capannoni in questioni, questa procedura è stata interrotta».

Chi avrebbe dovuto bonificare?Dunque, non è stata portata a termine la bonifica. Perché? È questa la domanda che circolava ieri. È stata la Avisan, che tutt’ora non ha cessato formalmente la sua attività nei capannoni, a interrompere la bonifica? Oppure la società romagnola aveva incaricato altre aziende, affinché provvedessero alla bonifica poi interrotta?

Al Centro risulta che la Avisan abbia dato incarico a due altre aziende, affinché provvedessero alla bonifica, propedeutica, in ogni allevamento, per riprendere il ciclo della produzione (l’acquisto e l’allevamento di nuovi conigli piccoli, in sostituzioni di quelli macellati). E se fosse così, perché le due imprese hanno interrotto la bonifica?

Nessuna risposta sulla vicenda è arrivata ieri dall’Avisan, interpellata dal Centro telefonicamente, al quale più volte è stato ripetuto che il titolare (Cristiano Cangialeoni, ndr) non era in sede.

Domande dunque ancora inevase, sulla causa della morte dei circa duemila conigli (di infezioni, di stenti?), come denunciato da alcune associazioni animaliste (il sindaco Zaffiri parla di «circa cinquecento»).

«Non ne sapevamo nulla». E il sindaco ieri ha ribadito anche di essere venuto a conoscenza della miriade di conigli morti solo qualche giorno fa. «Anche perché», ha precisato, «non si è mai avvertito nessun odore. Solo qualche giorno fa ne abbiamo avuto contezza e subito sono andati i tecnici competenti sul posto». Non trovando, come ha ricordato Zaffiri, «nessuno. Solo pellicce di coniglio, ormai vuote, dentro a dei sacchi neri legati. E dentro ai capannoni, sì», rimarca il primo cittadino di Collecorvino, «che si sentiva un cattivo odore». Non resta che attendere, ora, la relazione che inoltrerà la Asl di Pescara alle autorità, dopo il sopralluogo effettuato ieri.

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