I ragazzi degli Sprar trasformati in attori: Pescara è un esempio 

Il laboratorio di teatro “Approdi” della regista Ciarcelluti  ha vinto il bando nazionale “Forza X”. In scena al Matta

PESCARA. L’arte e il teatro intesi come strumento di rielaborazione del proprio vissuto, ma anche come veicolo di integrazione e confronto con lo spettatore.
IL LABORATORIO È “Approdi-laboratorio di teatro comunitario”, il progetto che è stato condotto dalla regista e attrice pescarese Monica Ciarcelluti e dal danzatore e attore burkinabé, Ibrahim Ouattara, che ha coinvolto lo scorso luglio dieci ragazzi degli Sprar locali.
“Approdi”, ideato da Monica Ciarcelluti e promosso da Artisti per il Matta in collaborazione con Arci Pescara, ha vinto il bando nazionale “Forza X”, finanziato nel 2017 dai parlamentari di Sinistra Italiana per promuovere progetti di eccellenza che avessero come obiettivo la sostenibilità, l’inclusione e l’intercultura. Il laboratorio di teatro comunitario è stato ospitato allo Spazio Matta di Pescara.
TEATRO E DANZA «Abbiamo lavorato sul tema dell’identità. Ho toccato con mano in prima persona che cosa significa il loro vissuto», racconta la Ciarcelluti, «Approdi è stato un progetto formativo, un laboratorio che si avvale dei saperi e delle tecniche del teatro e della danza in ambito sociale, quali strumenti di conoscenza, valorizzazione e benessere dell’individuo».
Monica e Ibrahim hanno unito le loro competenze e la loro esperienza per guidare i ragazzi in un viaggio attraverso l’arte e il teatro.
Gli attori, di età compresa tra i 20 e i 26 anni, provenivano dalla Nigeria, dalla Costa d’Avorio, dalla Guinea, dal Burkina Faso e dall’Ucraina.
LO SPETTACOLO L’esperienza si è conclusa con la messa in scena di uno spettacolo teatrale, accompagnato e impreziosito dalle musiche di Pino Petraccia e del musicista ivoriano Aboulaye Diarra.
«Approdi nasce come percorso di teatro comunitario rivolto ai ragazzi e alle ragazze dei centri di accoglienza, con lo scopo di favorire l’inclusione e favorire una migliore integrazione nel tessuto sociale da parte degli ospiti degli Sprar, secondo l’esperienza recentemente già portata avanti in Italia da alcuni teatri impegnati nel sociale. È la prima volta che in Abruzzo viene realizzata questa esperienza», sottolinea Monica Ciarcelluti, «Al progetto hanno preso parte ragazzi e ragazze con un vissuto molto pesante ed esperienze di vita che forse qui avrebbe un cinquantenne, con un grande senso di responsabilità verso la propria famiglia. In gran parte svolgevano lavori molto pesanti e lavoravano molte ore al giorno».
LA CONQUISTA Il laboratorio di teatro comunitario che ha acceso sui di sè i riflettori nazionali si è avvalso dei saperi e delle tecniche del teatro e della danza in ambito sociale, «quali strumenti di conoscenza, valorizzazione e benessere dell’individuo. L’atto di verbalizzare il proprio nome davanti a un pubblico per queste persone è un atto forte e doloroso, una conquista», conclude la regista, «Esserci con il proprio corpo e dire ci sono, recuperare la memoria delle proprie origini come fonte di ricchezza e valore per poter guardare al futuro, è un passo importante per questi ragazzi. Soprattutto il teatro, in quanto luogo di libertà per eccellenza, permette a queste persone di potersi muovere senza giudizio, di parlare con autenticità di sé».
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