Il Comune a corto di soldi pensiona 16 dipendenti

Pronto il piano per mandare via il personale con più di 41 anni di contributi Una parte dell’organico sarà rimpiazzata con i lavoratori in uscita dalla Provincia

PESCARA. In Comune è l’ora dei tagli al personale. Dopo l’aumento delle tasse al massimo, il ritocco alle tariffe degli impianti sportivi e la sforbiciata a tutti i capitoli di spesa, arriva il giro di vite per l’organico. Una delibera approvata dalla giunta fissa i criteri per mandare in pensione i dipendenti che hanno raggiunto un’elevata anzianità contributiva. Secondo le previsioni dell’assessore al personale Sandra Santavenere, dovrebbero lasciare l’ente entro fine anno 16 persone, tra semplici impiegati e funzionari.

È un’altra misura per cercare di ridurre i costi del Comune a corto di denaro e che è in attesa del via libera del ministero dell’Interno e della Corte dei conti per avviare la procedura di predissesto finanziario, considerata necessaria per risanare i conti dell’ente.

Risoluzione dei contratti. Nella delibera approvata vengono richiamate alcune leggi nazionali che consentono al Comune di mandare via, senza possibilità di deroghe o rinvii, i dipendenti con maggiore anzianità contributiva. Anzi, queste leggi danno la possibilità all’amministrazione di arrivare addirittura alla risoluzione unilaterale del contratto, nel caso ci dovessero essere delle resistenze da parte dei lavoratori intenzionati a rimanere ancora in servizio.

Chi dovrà lasciare l’ente. Il provvedimento di giunta, facendo riferimento alla legge Fornero, indica con precisione i requisiti necessari per essere messi a riposo. «La risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro», si legge, «è esercitata nei confronti di tutto il personale dipendente, con esclusione dell’area dirigenziale, che ha conseguito a qualsiasi titolo i requisiti per il diritto alla pensione di anzianità contributiva».

Quali sono questi requisiti? Per quest’anno, gli uomini devono aver raggiunto il limite di 42 anni e 6 mesi di contributi; mentre le donne, un anno in meno e cioè 41 anni e 6 mesi. Inoltre, è richiesto per tutti il compimento di almeno 62 anni di età. Ossia il limite per andare con pensione di anzianità senza decurtazioni. È previsto, inoltre, un preavviso di 6 mesi. Ma il contratto nazionale del personale non dirigente consente al lavoratore di rinunciare al preavviso e di accedere al trattamento di quiescenza alla data del raggiungimento del requisito contributivo.

«Questo norma», avverte infatti la delibera, «non trova applicazione nei confronti di quei dipendenti di età anagrafica inferiore a 62 anni, ai quali possono essere applicate riduzioni sul trattamento pensionistico».

Ricambio generazionale. L’assessore al personale ha spiegato che questa operazione non serve solo per ridurre le spese, ma anche per avviare un ricambio generazionale all’interno dell’ente. «Il decreto legge 90 del 2014», ha fatto presente, l’assessore, «punta a favorire il ricambio e il ringiovanimento del personale nelle pubbliche amministrazioni». Ma, almeno nei prossimi anni non ci saranno assunzioni tramite concorsi. Il personale andato via verrà rimpiazzato in parte con gli esuberi della Provincia.

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