il caso

Il Comune di Pescara vieta tatuaggi e piercing ai minori

Ecco le nuove regole anche per centri di abbronzura, parrucchieri ed estetisti

PESCARA. Tatuaggi e piercing vietati ai minorenni. Centri di abbronzura con i cartelli per informare gli utenti dei rischi. Parrucchieri ed estetiste costretti a rispettare una superficie minima per i loro locali. Ieri, il consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento per queste attività. Era dal 2007 che non veniva rinnovato. La delibera, presentata dall’assessore Giacomo Cuzzi, in collaborazione con il presidente della commissione Commercio Piero Giampietro, recepisce innanzitutto le direttive nazionali e introduce anche qualche novità locale.

Innanzitutto, il subingresso. Nel caso di morte del titolare di un esercizio, gli eredi in possesso di idonea qualifica professionale che intendano proseguire l’attività, possono presentare la domanda di subingresso allo Sportello unico per le attività produttive del Comune. Fino ad oggi, invece, gli eredi subentranti dovevano procedere all’adeguamento dei locali in base alle prescrizioni di legge. «Un’altra novità riguarda l’affitto di poltrone», spiega Giampietro, «ossia, chi già svolge un’attività può consentire ad un altro professionista di lavorare autonomamente nel locale».

Nel regolamento ci sono, poi, le norme che riguardano le singole attività. Ad esempio, gli acconciatori per poter lavorare dovranno avere un locale con una superficie minima di almeno 30 metri quadrati. L’attività di tatuaggi e piercing, in compenso, non si potrà svolgere in vani interrati o seminterrati. Inoltre, è estremamente vietato effettuare tatuaggi o piercing a giovani con meno di 18 anni, mentre i buchi alle orecchie sono consentiti anche ai minorenni, purché abbiano il consenso dei genitori. Per queste attività vengono prescritte misure igieniche rigorosissime, come guanti in lattice monouso, lavaggio di mani con disinfettante, maschere protettive, aghi e strumenti taglienti monouso. Gli utenti, prima di sottoporsi a un trattamento, dovranno rispondere alle domande di un test. I trasgressori rischieranno la sospensione dell’attività fino a 90 giorni.

Regole ferree anche per i centri di abbronzatura che avranno l’obbligo di informare i cittadini sui rischi che corrono e sui possibili danni alla pelle con l’uso di apparecchi a raggi ultravioletti.

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