«Il killer di mio fratello è ancora in giro» 

Lo sfogo della sorella di Nicola, ucciso con 3 coltellate nell’appartamento di via Leopardi: «Devono riaprire le indagini»

PESCARA. «All’assassino di mio fratello chiedo di uscire allo scoperto, di raccontare perché ha ucciso Nicola a tradimento, in un modo così assurdo e brutale e di pagare il suo conto con la giustizia».
Chiude «giustizia e non vendetta», ma non è disposta a concedere «nessun perdono» Sabrina Bucco, 47 anni, di professione grafica, sorella di Nicola Bucco, l’uomo che il 14 novembre del 2012 è stato ucciso con tre coltellate nella sua abitazione di via Leopardi, nella zona della marina. Aveva 53 anni e un figlio, Francesco, che oggi ha 25 anni e vive in Spagna.
A sei anni da ques’omicidio irrisolto, ieri, nel giorno dell’anniversario della morte di un «uomo buono che si è fidato e ha sottovalutato le persone cattive», la sorella di Bucco, torna a lanciare un appello all’assassino o «agli assassini» e chiede la riapertura delle indagini, archiviate nel febbraio 2017.
Signora Bucco, come si sente dopo sei anni di tanti perché e domande senza risposte?
È una ferita aperta, nessuno potrà restituircelo. Mi sento come una persona che ha perso un fratello in modo assurdo e non abbiamo mai saputo perché è stato ucciso e da chi.
Lei si è fatta un’ idea di cosa possa essere accaduto, chi può aver inferto quei colpi mortali su suo fratello?
Certo che mi sono fatta un’idea di come possono essere andate le cose, ma quel che penso lo rivelo solo alle persone preposte alle indagini.
Il caso, però, è stato archiviato.
Sì, ma vorrei che le indagini venissero riaperte. Abbiamo fatto anche un ricorso per ottenere questo risultato, ma sappiamo che non è facile senza elementi utili al proseguimento dell’inchiesta. La mia rabbia cresce ogni giorno proprio perché non si trova l’assassino. O gli assassini. Potrebbero essere più di uno, uomo o donna non si sa. Di sicuro qualcuno che Nicola conosceva bene perché gli ha aperto la porta e gli voleva preparare da mangiare.
Lei cosa chiede?
Giustizia e non vendetta. Voglio che chi lo ha ucciso, di sicuro una persona che non sta bene, si faccia avanti, confessi e si affidi alla giustizia. Anche mio fratello un tempo sbagliò, ma pagò il suo conto con la giustizia. Chi lo ha ucciso deve uscire allo scoperto e pagare la sua colpa. Questa persona ha tolto un padre a un figlio che oggi vive in Spagna dove ha trovato un’altra ragione di vita, ai nipoti, a noi sorelle, alla famiglia. Siamo fiduciosi nel lavoro degli inquirenti per arrivare alla verità.
Chi era Nicola?
La persona più buona del mondo, si è fidato delle persone cattive. Mi manca, era il mio punto di appoggio.
L’ultima volta che lo vide?
Il giorno prima, il 13 novembre 2012, andammo in centro a prendere un aperitivo, era un rito. Abbiamo riso, scherzato, mangiato le castagne. Lo risentii la mattina del 14 per tornare di nuovo in centro. Invece me lo hanno ammazzato come un animale. Da sei anni, ogni sera, mi addormento col suo volto scolpito nella testa. Mi rammarico perché chi lo ha ucciso è ancora in giro.
Ricorda lo stato d’animo di suo fratello quel giorno di 6 anni fa?
Era sereno, felice. Non sembrava avere preoccupazioni, nulla che lasciasse presagire il dramma a cui stava andando incontro.
Ci sarà perdono per il suo assassino?
Mai.
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