Il nuovo conto: 19 scarichi in fiume

Studio dell’Adiconsum sulle fonti di inquinamento del mare: «La diga foranea va subito demolita, no al serpentone»

PESCARA. Dopo i balneatori, gli armatori e gli ambientalisti, anche l’Adiconsum ha deciso di dire la sua sull’inquinamento del mare e del fiume. L’associazione dei consumatori ha presentato ieri uno studio dettagliato, messo a punto da un esperto, un ex funzionario del settore idrico del Comune e poi dell’Aca, Giuseppe Padula, in cui emerge uno scenario drammatico sulle condizioni del litorale.

Intanto, l’amministrazione comunale ha convocato per questa mattina i rappresentanti di Aca, Ato e Arta per fare il punto della situazione sul disinquinamento del fiume.

Il rapporto firmato anche dal segretario Adiconsum Alberto Corraro, dopo un’attenta analisi, giunge alla conclusione che va demolita la diga foranea per migliorare le condizioni del mare. Per la verità il Piano regolatore portuale prevede l’abbattimento della diga, ma la documentazione è ferma da mesi al ministero. L’Adiconsum boccia, invece, il progetto presentato nei giorni scorsi che prevede la realizzazione di una sorta di serpentone con barriere mobili, parallele al lungomare, per dirottare oltre la diga foranea l’acqua inquinata del fiume. «Strutture del genere si conoscono da tempo», si legge nel documento, «e se pure realizzate con materiali diversi, funzionano in modo simile alle panne oleoassorbenti usate per contenere l’inquinamento superficiale da idrocarburi. La barriera in condizioni normali potrebbe anche servire allo scopo, ma il gioco delle correnti sottomarine che si forma tra i moli e la diga foranea consentirebbe alla massa di acqua all’uscita del porto canale di oltrepassarla e riportare le acque inquinate verso la riva». «E oltretutto», avverte il dossier, «potrebbe determinare situazioni di pericolo per la navigazione dei pescherecci e per le imbarcazioni da diporto. Questa barriera, in definitiva, non dà certezza del buon funzionamento e i 400mila euro da spendere per la sua realizzazione potrebbero essere utilizzati per avviare la demolizione della diga foranea». Il rapporto, poi, fa una lista degli scarichi fognari censiti che sversano nel fiume Pescara. Secondo Padula e Corraro, sarebbero in tutto 19, di cui 3 di dubbia provenienza. Tra questi ultimi vengono elencati la condotta delle Ferrovie che scarica all’altezza di via Gran Sasso; poi, Fosso Cavone e Fosso Molino.

«La descrizione sommaria e sintetica delle reti fognarie di Pescara centrale e Porta Nuova», si fa presente nel documento, «non comprende la possibile esistenza di immissioni minori, ma ugualmente inquinanti». Il dossier affronta poi la questione del Dk15, il progetto in fase di realizzazione dell’Aca per eliminare le immissioni inquinanti causate dagli sfioratori e dagli scarichi abusivi, raccoglierle e inviarle al depuratore di Pescara». «Ma il fiume e il mare», conclude il dossier, «non aspettano il Dk15. Dunque, bisogna pensare a soluzioni valide che possano risolvere alla radice il problema dell’inquinamento».

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