l'inchiesta

Il pm Picardi: corruzione Penne, nel mirino una telefonata

Il primo dei tre appalti nel mirino della magistratura riguarda la ristrutturazione di palazzo Centi, sede della giunta regionale dai primi anni del 2000 fino al 6 aprile del 2009

L’AQUILA. Il primo dei tre appalti nel mirino della magistratura riguarda la ristrutturazione di palazzo Centi, sede della giunta regionale dai primi anni del 2000 fino al 6 aprile del 2009 quando il sisma lo danneggiò al punto da ipotizzare una spesa di 13 milioni per sistemarlo. Questa parte dell’inchiesta non vede coinvolto Luciano D’Alfonso.

TURBATIVA. Solo da pochi mesi si è concluso l’iter alla fine del quale i lavori sono stati appaltati all’impresa Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia, che ha operato un ribasso del 35,017 per cento, nella gara alla quale hanno partecipato 29 colossi delle costruzioni. All’epilogo si è giunti al termine dell’apertura delle buste dove erano contenute le offerte economiche, operazione che ha seguito l’esame delle offerte tecniche che, secondo quanto si è appreso, ha visto i pretendenti arrivare molto vicini tra loro. Al secondo posto si è classificata l’impresa teramana Cingoli, conosciuta all’Aquila per le numerose commesse nell’ambito della ricostruzione privata, con il 29,70 per cento di ribasso; terza in graduatoria la Icet Engineering di Castelli (Teramo) con il 26,082 per cento, quella finita, per l’appunto, nel mirino della Procura aquilana per una presunta turbativa d’asta; al quarto posto l’associazione temporanea (Ati) Di Vincenzo & Strever.

I tempi per l’avvio dei lavori sono stati lunghi e lo saranno ancora visti i presumibili intoppi connessi all’indagine.

CORRUZIONE. Per quanto riguarda, invece, il filone investigativo pescarese, nel quale è coinvolto anche il presidente Luciano D’Alfonso, va precisato che il primo aspetto riguarda i lavori alle case popolari del capoluogo adriatico lesionate dal sisma e in particolar modo dalle scosse più recenti. Qui siamo ancora a livello embrionale visto che ci sono solo i preventivi di spesa. Per cui la contestazione, ancora astratta per il presidente della giunta regionale, potrebbe riguardate atti preparatori alla turbativa d’asta. Il filone del masteplan, nel dettaglio, si riferisce alla realizzazione del Parco tematico del fiume Lavinio, in fase di progettazione, che rigurda sei comuni tra i quali Lettomanoppello, Manoppello, Scafa, Abateggio, San Valentino, Roccamorice.

L’area, a forte valore ambientale, considerata anche la qualità delle acque del fiume, punta sul recupero delle aree dismesse delle ex miniere asfaltiche, che saranno raggiungibili con la realizzazione di percorsi sostenibili (ciclopedonali) e strutture ricettive e di accesso confacenti all’ambiente. Ci si chiede, pur nei limiti di un’ inchiesta allo stato iniziale, dove possa essere la contestazione di corruzione, il reato più pesante tra quelli attribuiti al governatore.

Questo reato, nella fattispecie la corruzione per induzione, potrebbe trovarsi in una telefonata fatta dal presidente della Regione a un funzionario per indurlo a togliere il vincolo a un’ ex scuola nel comune di Penne. Comunque nei prossimi giorni ci sarà maggior chiarezza sulla contestazione, finora ancora astratte, che verranno mosse agli indagati. L’inchiesta è coordinata dal pm Antonietta Picardi e affidata ai carabinieri e alla squadra Mobile di Pescara.

SVILUPPI. Oggi negli uffici della Procura della Repubblica, ci sarà un incontro tra investigatori e difese per definire vicende connesse con le perquisizioni fatte ieri. Nessuno, a questo punto, può escludere che in questi giorni ci siano altre novità: l’indagine è scattata adesso e gli avvisi di garanzia sono stati consegnati ieri, ma sono il frutto di attività investigative che sono andate avanti nel silenzio da mesi. (g.g.)

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