Il rombo delle moto sul sagrato della chiesa per l’addio a Luca

San Giovanni Teatino, in migliaia al funerale del 15enne stroncato da un malore mentre giocava a calcetto

SAN GIOVANNI TEATINO. Come un urlo di dolore che ha squarciato il silenzio di un giorno d’estate luttuoso come mai si erano vissuti negli ultimi anni a Sambuceto, il rombo di 21 moto accese ha salutato ieri pomeriggio sul sagrato della chiesa di San Rocco il feretro di Luca Orsini, morto a soli 15 anni giovedì scorso, tradito all’improvviso dal suo cuore mentre giocava a calcetto con gli amici. Anche dentro la parrocchia è risuonato il fragore dei motori, quando sono state accese le due motociclette, una Honda e una Yamaha, e la minimoto rossa dell’adolescente, giovane promessa delle due ruote, che erano state sistemate davanti all’altare, ai lati della bara.

Lacrime, commozione, urla di dolore, frastuono di motori, canti e preghiere, tra fotografie di Luca in tuta da motociclista, cartelli scritti e disegnati a mano, grandi striscioni con dediche e le magliette bianche con stampata la frase «Luca vive» indossate dai ragazzi, alcune sistemate ai piedi della bara in chiesa. Si è consumato così il doloroso rito celebrato da don Bonifacio per l’addio al campioncino di moto strappato alla vita poco più che bambino, una funzione che ha richiamato a Sambuceto sotto un sole cocente quasi 2mila persone, attonite e sotto shock anche per la notizia piombata in paese poche ore prima del funerale di Luca Orsini, della tragica morte del centauro 28enne Danilo Serraiocco, deceduto ieri nell’incidente stradale a Scafa.

Uno dei momenti più coinvolgenti e toccanti nel pomeriggio delle esequie di Luca è stato quando all’arrivo del feretro del 15enne davanti alla parrocchia sono passate sulla strada le moto con gli amici di Danilo Serraiocco, di ritorno dal motoraduno finito tragicamente. Vicino al carro funebre gli amici di Danilo hanno rivolto un gesto di saluto verso la bara di Luca, un lungo e fragoroso applauso ha poi sovrastato il rumore dei motori accesi. Tutti i presenti, tra i quali diversi rappresentanti del Comune, con il sindaco Luciano Marinucci e il vice Giorgio Di Clemente, si sono stretti al dolore della famiglia Orsini, il papà Graziano e la sorella Sara, gli zii, i nonni Michele, Italia, Armando e Giuseppina. Al funerale non c’era la madre del ragazzo, Sonia, straziata dalla troppa sofferenza è stata colta da un malore che non le ha consentito di partecipare. «Sei il campione, il numero uno», le parole di un amichetto al microfono al termine della messa, «hai lasciato un segno indelebile dentro di noi. Ti vogliamo bene. Riposa in pace».

Il piccolo Luca, che da settembre avrebbe dovuto frequentare il primo anno dell’istituto agrario, era appassionato di moto e sin da piccolo aveva gareggiato, ottenendo ottimi risultati nelle gare. Faceva parte del team Antonucci, aveva una moto nuova, una Yamaha gialla, azzurra e bianca, con sopra il numero 14 assegnato al campioncino, in sella alla quale non aveva ancora corso e con la quale mai correrà lo sfortunato ragazzo morto a 15 anni, che si è accasciato durante una partitella di calcetto con gli amici di sempre al campetto del bocciodromo. Caduto per terra e morto nel breve volgere di pochi istanti.

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