san giovanni teatino

Il sindaco: denunciate e rivolgetevi allo psicologo

Marinucci lancia un appello ai genitori. E un padre esce subito allo scoperto. La polizia al campo di allenamento con i genitori: «Cerchiamo altri casi»

SAN GIOVANNI TEATINO. «Portate i vostri figli dallo psicologo: è la cosa più importante da fare, adesso». L’appello, targato Luciano Marinucci, va subito a segno mentre il brusio corre già tra le case, si insinua nelle famiglie, semina ansia e paura, abbatte certezze.

Il sindaco scende in campo - in nome della verità, della giustizia e di una serenità da recuperare al più presto all’interno di una comunità sotto choc - e le sue parole hanno l’effetto di spingere il primo papà - dopo avere letto sul Centro dell’arresto dell’allenatore di baseball sospettato di pedofilia - a uscire allo scoperto e a portare il proprio figlio da un’esperta prima di decidere se rivolgersi alla polizia, raccontare tutto alla magistratura, far affrontare al proprio figlio un confronto con altri esperti in grado di far emergere la verità.

E’ il papà di una famiglia semplice, umile, che prima ha raccolto il racconto del figlio adolescente, di 14 anni. Poi, in lacrime, consultato un amico, si è fatto dare il numero di un avvocato, si è fatto consigliare dal legale e alla fine ha deciso di portare il proprio ragazzo da una psicologa, dove il giovane si sarebbe liberato, raccontando presunti atti di libidine, carezze particolari che avranno però bisogno di essere confermati - se messi a verbale di una denuncia - nel corso di un eventuale incidente probatorio. «Non voglio più andare là, non voglio più giocare a baseball», le parole del ragazzo.

Ieri mattina, tanti genitori si sono presentati al campo di allenamento della squadra di baseball per chiedere lumi, per tentare di essere rassicurati. Tanti padri, soprattutto, increduli e smarriti, che a caccia di certezze, di verità. C’era anche la polizia, che ha evitato accuratamente di seminare il panico: «Non vi preoccupate, stiamo cercando altri casi. E’ tutto sotto controllo», hanno garantito gli investigatori ai genitori, allarmati, preoccupati che anche i loro figli possano avere subìto - se vere, se dimostrate - attenzioni particolari come quelle che hanno innescato l’inchiesta che ha portato all’arresto di Riccardo Furgiuele, venezuelano di 51 anni, rappresentante di società di telefonia mobile, chiamato ora a difendersi dall’accusa più infamante.

Un’inchiesta choc che ha scosso anche il primo cittadino che ieri mattina ha appreso dell’arresto dell’allenatore. C’era anche nel 2011, Marinucci, al timone della città, quando la prima inchiesta su presunti casi di pedofilia nasceva e naufragava in poco tempo senza che fossero mai emersi sospetti o che qualcuno avesse reso pubblica l’ombra che già allora si era allungata sul tecnico di baseball oggi in cella.

La polizia dovrà effettuare un lavoro a ritroso, battendo a tappeto famiglia per famiglia, per capire se, chi ed eventualmente quanti bambini abbiano avuto rapporti troppo ravvicinati con Furgiuele. Una strada tutta in salita per gli investigatori, che però eventuali dribbling all’omertà e alla paura, potrebbero aiutare a spianare.

E dove un ruolo fondamentale, intermediario in questa fase ma decisivo per sbloccare e sciogliere i timori, potrebbe esser proprio una figura professionale come uno psicologo, capace di stabilire con i bambini un dialogo che spinga i minori a prendere fiducia e a confidarsi. Ed è questa l’àncora al quale si aggrappa anche il primo cittadino di San Giovanni Teatino, che non entra nel merito delle accuse, scosso com’è lui per primo dalla risonanza intorno al caso, ma che non si tira indietro per lanciare un appello a chi sa, a chi teme che i propri figli rientrino tra le vittime ma preferisce trincerarsi nel silenzio: «Prima di ogni altra cosa», le sue parole indirizzate alle famiglie, «consultate una psicologa, che è la cosa più importante».

Decrittato: fate parlare i vostri figli, aiutateli a parlare. Insomma, denunciate. Ad armare l’inchiesta, se qualche fondamento c’è, saranno loro, i genitori. Se più forti del pudore, della vergogna e delle lacrime versate nel chiuso delle case. ©RIPRODUZIONE RISERVATA