Il libro, Oggi la presentazione

“Il tenente dimenticato”, storia di un figlio nobile di Celano

CELANO. Storia e fantasia, dolore e speranza. Un libro colpisce quando rimane dentro, quando il profumo delle parole pervade il sentimento. “Il tenente dimenticato” (Treditre editore), opera di Mario...

CELANO. Storia e fantasia, dolore e speranza. Un libro colpisce quando rimane dentro, quando il profumo delle parole pervade il sentimento. “Il tenente dimenticato” (Treditre editore), opera di Mario Cantoresi, di Celano, scrittore per diletto, è esattamente questo: una storia vera, riemersa casualmente dai polverosi scaffali della storia, che conquista e commuove. Si diceva della casualità.

Ebbene, l’autore, camminando con l’allora fidanzata nel cimitero di Rakoskeresztur a Budapest, si sofferma sulla lapide del soldato di cui la nonna della ragazza si era innamorato durante la Prima guerra mondiale. A leggere il nome ha un sussulto perché gli suona familiare: Filippo Cavasinni. Il cognome è sicuramente marsicano. Dopo cinque anni di ricerche Cantoresi scopre che è un soldato di Celano, sua città natale, che la sua ragazza, Edìna, è la nipote dell’infermiera (Edìna anche lei) che curò il soldato ferito Cavasinni, il quale all’epoca fu dato per disperso. Scopre inoltre che Filippo fu operato da Edith Hajòs, uno dei personaggi storici più importanti della storia ungherese. Lo scrittore è riuscito, con caparbietà e pazienza, frugando in vari archivi civili e militari, a ritrovare tutti i discendenti dei personaggi italiani e ungheresi, a rintracciare la tomba della moglie del soldato, andata in sposa in seconde nozze a un nobile, anche lui dell’esercito, a ritrovare fratelli di cui non si conosceva l’esistenza.

Ha ritrovato la casa di Cavasinni che è, ancora oggi, così come l’aveva lasciata, intatta su piazza IV Novembre, con le stanze arredate e rimaste come quando il soldato le abitava. Notevoli le qualità descrittive dell’autore, la sua capacità di calare i personaggi in momenti temporali ben definiti, cucendo loro addosso gli abiti della storia. “Il tenente dimenticato” riconcilia con il proprio passato e delinea uno scorcio della Celano devastata dal terremoto del 1915 che cerca di reagire nonostante il depauperamento di energie umane assorbito dalla Grande guerra. Inoltre, lascia aperto un corridoio di affinità tra il popolo magiaro e Celano. I familiari di Cavasinni sono venuti a conoscenza dei particolari della storia del proprio avo dall’autore e oggi, all’Auditorium “Enrico Fermi” di Celano, con inizio alle 15.30, avranno la possibilità di riscoprire ancora meglio il tenente Cavasinni, figlio nobile di Celano che ha sacrificato la sua vita e il suo amore per la patria.

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