In Abruzzo uno studente su 4 abbandona 

Siamo al nono posto in Italia: in cinque anni oltre tremila giovani della nostra regione si sono ritirati per sempre dagli studi

PESCARA. Tre milioni e mezzo di studenti “persi” in 20 anni. Un risultato poco invidiabile, quello della dispersione scolastica, che pone l’Italia ai primi in Europa e nel mondo. E l’Abruzzo non è da meno, considerando che nella nostra regione, secondo un dossier di Tuttoscuola, praticamente un ragazzo su quattro lascia la scuola senza completare il ciclo di studi. Meno istruzione significa minori possibilità di trovare un lavoro, e uno spreco immane di risorse. Tuttoscuola ha calcolato che il costo del fallimento formativo dal 1995 a oggi ammonta a oltre 55 miliardi. Una montagna di soldi, quasi due finanziarie.
IL NUOVO ANNO. In Abruzzo il nuovo anno scolastico riparte con oltre 173 mila studenti che tornano in classe. In testa la provincia di Chieti ( 51544 studenti in 2568 classi), seguita da Pescara ( 45136 studenti in 2143 classi), Teramo ( 39851 in 2008 classi) e L’Aquila ( 36544 studenti in 1901 classi). Secondo il dossier di Tuttoscuola il 23,2% dei nuovi iscritti non completerà il ciclo di studi. In 5 anni più di 3000 studenti della nostra regione hanno abbandonato. Una percentuale solo lievemente inferiore alla media nazionale dell’abbandono, che è del 24,7%. Siamo al nono posto in Italia.
MAGLIA NERA. Il tasso di abbandono più elevato è quello che si registra in Sardegna (33%), praticamente uno studente su tre. Seguono Campania (29,2%),Sicilia e Toscana (28,3 e 28,1%), e, inaspettatamente, la Lombardia (25,7%).
LE VIRTUOSE. Il tasso più basso di abbandono è quello dell’Umbria (16,1%). Seguono Friuli, Marche e la Basilicata (intorno al 17%), Veneto (20,3%), il Molise (20,9%), Lazio e Calabria (intorno al 21%. L’Abruzzo e la Puglia sono sotto la media nazionale con il 23%, in linea Piemonte, Liguria e Emilia.
NEL MONDO. Giappone, Norvegia e Corea hanno un tasso di dispersione a 18 anni pari allo zero. Thailandia, Russia, Taipei, Kazakistan viaggiano sotto il 5 per cento. Canada, Australia, Israele, Giordania e Singapore sotto il dieci per cento.
LA SCUOLA COLABRODO. Tuttoscuola, nel dossier intitolato “La scuola colabrodo”, ha calcolato che dei 590.000 adolescenti italiani che in questi giorni iniziano le scuole superiori, almeno 130.000 non arriveranno al diploma. Interrotta la scuola, meno di uno su tre troverà lavoro.
I NUMERI. La percentuale maggiore di abbandoni (32%) si verifica negli istituti professionali, il 27% in quelli tecnici e il 20% al liceo. Nell’ultimo quinquennio dopo il primo biennio delle superiori 84mila studenti hanno lasciato la scuola.
FINO ALLA FINE. Tra chi si diploma e si iscrive all’università, sempre secondo il dossier di Tuttoscuola, uno su due non ce la fa. Complessivamente su 100 iscritti alle superiori solo 18 giungeranno ai confetti rossi. E poi, c’è da dire che circa un quarto dei laureati andrà a lavorare all’estero, mentre il 38% dei diplomati e laureati che restano sono destinati a non trovare un lavoro corrispondente al livello degli studi intrapresi. Un disastro, che certo non invoglia i giovani a investire nello studio tempo e sacrifici .
L’ISTRUZIONE CONVIENE. Eppure, ricorda Tuttoscuola, l’istruzione conviene: «La disoccupazione tra chi ha solo la licenza media è quasi doppia rispetto a chi è arrivato al diploma e quasi il quadruplo di chi è laureato; l’istruzione incide sulla salute, riducendo i costi per la sanità; comporta meno criminalità e meno costi per la sicurezza. Insomma prevenire la dispersione scolastica avrebbe costi molto più bassi di quelli che derivano dalla necessità di gestirne le conseguenze sociali. Servirebbe un grande piano pluriennale».