In pensione il maestro più amato dai bimbi: oggi la grande festa 

Ferdinando Giammarini lascia la scuola dopo 43 anni di insegnamento e venti trascorsi alle elementari Gescal  

CITTÀ SANT’ANGELO. Il maestro Ferdinando leggeva le favole con voce calda e teatrale ai bambini della materna che si addormentavano sulle brandine, per il riposino del pomeriggio. Nessuno era bravo come lui a calmare le piccole pesti che voleva sempre intorno alla cattedra, stretti a lui. Era questo il suo modo di trasmettere ai piccoli il suo sapere. Ed era anche il suo modo di amare i bambini.
Ma sapeva anche elettrizzarli con i tanti «bravissimo! superbravissimo! superbravissimo con due stelle o scritto in bicolore!» vergati a penna sui quaderni. Mai dimenticherà, il maestro Ferdinando «gli occhioni di quei bimbi colmi di gioia mentre rimiravano» i loro meritati voti superstellari che valutavano i progressi di quelle giovani menti.
Ferdinando Giammarini, classe 1953, originario di Città Sant'Angelo, insegnante alle primarie Gescal di via Valle di Rose a Pescara (comprensivo 10 diretto da Stefania Petracca) negli ultimi 20 anni, andrà in pensione ufficialmente il prossimo settembre.
Ma l’8 giugno scorso, dopo 43 anni trascorsi dietro le cattedre delle scuole provinciali, il maestro ha salutato studenti e colleghi attraverso il suo profilo Facebook con queste parole: «Oggi è stato il mio ultimo giorno di scuola come maestro elementare. Da settembre sarò pensionato d'ufficio. Quarantatrè anni di insegnamento corrispondono quasi a tre generazioni. Tanti sono i pensieri e soprattutto tanti i ricordi. Ho messo in campo tutto il mio impegno e le mie forze, cercando di riferirmi sempre ad una precisa e coerente idea di scuola che mi proveniva dalla mia formazione iniziale sui testi di Dewey e Bruner, Bloom e Gardner, Piaget ed Erikson, sulle innovazioni didattiche e metodologiche di Mario Lodi, don Milani, Bruno Ciari, Albino Bernardini e Freinet». «Ho concesso», ha scritto l’insegnante, «tempi distesi, lunghi e lunghissimi per permettere a tutti gli alunni di arrivare più o meno allo stesso traguardo, cercando, per quanto possibile, di non lasciare nessuno indietro. Mi mancheranno quelle mani alzate che catturavano la mia attenzione con la voglia di dire: "Maestro, lo so! Ho capito!».
I saluti proseguiranno oggi nel corso di una serata festosa con i colleghi durante la quale scorreranno ricordi e lacrime. È lui stesso a confessare di avere la «lacrima facile» nella breve biografia che gli hanno chiesto di scrivere, con soave fermezza e strappandola dolcemente a "tradimento”, le maestre Vincenza Stoduto e Sofia Sigismondi, le colleghe che più di altri hanno trascorso anni di insegnamento al suo fianco, fortemente intenzionate a regalargli un addio a sorpresa. Ferdinando Giammarini, «uno dei primi tre maestri in servizio negli anni '80 nelle scuole della provincia», attore teatrale, scrittore, grande amore per la chitarra, anima della parrocchia di San Giovanni Battista e San Benedetto, personaggio eclettico appassionato, nasce nella cittadina angolana il 5 agosto 1953 , da babbo Giuseppe, «meglio conosciuto come Peppine lu mulinere o lu fatturine di Boseche», così scrive nel suo libro (in gran parte in vernacolo) "I racconti del Belvedere- Città Sant'Angelo nei ricordi di uno che c'era" con la prefazione di Germano Mazzocchetti e il saluto dell’ex sindaco Gabriele Florindi. Perché il suo papà è stato prima mugnaio e poi bigliettaio sulla linea bus che arrivava a Pescara e il suo hobby era «la caccia e le letture di Tex Willer».
La passione per l'insegnamento, Ferdinando deve averla ereditata da mamma Celestina Aielli, meglio conosciuta come la «moje di Peppine lu mulinere». Era «esperta di dolci e ricami, anche se la sua professione era quella di maestra elementare» che frequentava «senza stipendi e soltanto pi pjì li punde p'arndrè di ruole».
Nel 1971 si diploma al magistrale "Spaventa", quindi la laurea in Pedagogia all'università dell'Aquila conseguita durante gli anni dell'insegnamento. Poi «qualche giorno di supplenza» scrive il maestro Ferdinando nella breve biografia e poi incarico di 5 mesi in un corso di scuola popolare- istruzione per adulti con «12 alunni ultrasessantenni e due ottuagenari. Ma c'era anche una bimba di tre anni, figlia della padrona di casa, alla quale insegnai a leggere e scrivere, pur così piccola».
Indimenticabili per il maestro, poi, «le supplenze nelle scuole di campagna della provincia» dove poteva stare «in mezzo alla natura» a gustare «ricchissime e genuine colazioni». Sette anni «di questa vita aspettando ogni mattina che squillasse il telefono per racimolare qualche soldo e un lavoro di cameriere il sabato e la domenica» per arrotondare le magre entrate. Adesso il maestro Ferdinando, 66 anni, si godrà la pensione con la moglie Patrizia, le figlie Gilda e Silvia, e i nipotini Alice, Elisa e Filippo. Ma già sa che gli «mancherà quel gesso bianco che m'infarinava il maglione blu, facendomi assomigliare molto a mio nonno mugnaio. Mi mancherà la scuola. Un abbraccio a tutti, genitori e alunni e grazie per la fiducia. Ciao» .