L’Aquila unita: appoggio incondizionato al sindaco sulla difesa del capoluogo 

Votato unanime in Consiglio comunale contro la decisione dell’assise pescarese. Albano (Pd): Di Giampietro e Perfetto siano deferiti alla Commissione di garanzia

L’AQUILA. Pescara ha avuto l’effetto di unire, dopo decenni, destra e sinistra all’Aquila. Una reazione politica e strategica come non si vedeva dagli anni Settanta, gli anni di piombo per l’Italia, quelli dei moti del ’71 per L’Aquila capoluogo di regione. La risposta dell’Aquila a Pescara è una compattezza mai trovata in consiglio comunale, con un documento votato all’unanimità di fermezza e unità in difesa dell’Aquila capoluogo d’Abruzzo, e con applauso finale al sindaco Pierluigi Biondi, da maggioranza di centrodestra e opposizione di centrosinistra, che ha sfiorato la standing ovation.

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REAZIONE COMPATTA. È la riposta dell’Aquila all’ordine del giorno del consiglio comunale di Pescara, con il quale si chiede alla Regione di cambiare lo statuto e trasferire il capoluogo d’Abruzzo nella città adriatica. Un odg proposto dal centrodestra e votato (a maggioranza, 14 a 9) anche dai consiglieri del Pd Tiziana Di Giampietro (aquilana, che ha studiato e si è laureata in Medicina all’Aquila nel 1980, e poi scuola di Pediatria, sempre all’Aquila) e Fabrizio Perfetto.

CACCIAMOLI! «Questi due saranno deferiti dal Pd alla Commissione di garanzia», ha detto il consigliere comunale e segretario del Partito democratico, Stefano Albano. Che fa il paio con la richiesta di espulsione di Enzo Cantagallo e Giacomo Cuzzi, ex sindaco di Montesilvano e assessore comunale di Pescara, entrambi Pd, chiesta dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. Ieri il consiglio comunale dell’Aquila è iniziato con la riunione straordinaria dei capigruppo, da cui è uscita una posizione chiara, ma soprattutto unitaria, di tutta l’assise civica. Un documento (quello riportato nella foto in alto) firmato da tutti i capigruppo, di maggioranza e opposizione.

IL DOCUMENTO. «Fermamente convinti che su alcune questioni prevalga il senso di appartenenza alla città, piuttosto che al colore politico», recita il documento, «esprimiamo la massima disponibilità istituzionale e politica nei confronti di qualsiasi azione il sindaco voglia porre in essere a tutela della dignità costituzionale, statutaria regionale e storica della nostra città». Seguono le firme dei dodici capigruppo, del presidente del consiglio comunale, Roberto Tinari, e della vice presidente, Ersilia Lancia.Il documento è stato votato per acclamazione, dopo la lettura e il conseguente intervento del sindaco Biondi (il cui stralcio riportiamo in alto).

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PRONTI A TUTTO. Nei loro interventi i consiglieri si sono dichiarati pronti a tutto, pur di difendere L’Aquila capoluogo di regione. Ma non per la «medaglia», come ha ribadito anche ieri il capogruppo di Forza Italia in Regionale, Lorenzo Sospiri, «ma per una strategia politica territoriale ben precisa». Nessuno ha voluto confermare, ma nell’aula aleggiava il ricordo – anche se per molti giovani consiglieri e assessori sbiadito o solo letto sui libri e giornali dell’epoca – dei moti del ’71, quando L’Aquila fu messa a ferro e fuoco, con la sede Pci devastata e data alle fiamme, come un distributore di carburante in piazza Duomo. E a Pescara le auto targate Aq, ma di Sulmona e Avezzano, giravano con cartelli sul parabrezza con la scritta della città di provenienza, per evitare guai.

PERCHÉ TUTTI UNITI. Se la maggioranza di centrodestra in consiglio comunale ieri ha sbugiardato tutti i partiti della stessa parte politica che hanno votato l’odg pescarese, questa profonda spaccatura non è sfuggita al centrosinistra. «Avremmo potuto affondare i colpi sulla questione capoluogo, perché siamo fuori dai problemi creati dal Pd e dal centrodestra», ha detto Giustino Masciocco, capogruppo Mdp-Art. 1, «ma abbiamo dato il sostegno al sindaco. La difesa della dignità e della storia dell’Aquila, non passa attraverso i partiti. Biondi è “il mio sindaco”».

D’ALFONSO DEFILATO. Poi, una frecciata al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso: «La colpa di D’Alfonso», dice Masciocco, «è di non aver fatto nulla per colmare le distanze tra territorio interno e costiero». Dello stesso avviso tutti i consiglieri del centrosinistra, che hanno tenuto una conferenza stampa per spiegare l’appoggio totale a Biondi. «Sostegno istituzionale e politico», spiega Stefano Palumbo, capogruppo Pd, «anziché dividerci come a Pescara. Potevamo approfittare della debolezza del centrodestra, ma la battaglia è dell’intera città».

CHI DIVIDE. «Emergono due posizioni», sottolinea Stefano Albano, «chi vuole spaccare l’Abruzzo, come Pescara, e chi vuole unirlo, come noi». «Chiediamo al centrosinistra regionale la stessa compattezza dell’Aquila», dicono Elia Serpetti e Paolo Romano, «e a D’Alfonso di approvare prima la legge su L’Aquila Capoluogo e poi quella sulla Nuova Pescara». «Col documento non abbiamo voluto rispondere alle provocazioni di Pescara», aggiunge Elisabetta Vicini. E Americo Di Benedetto: «Oggi abbiamo rispettato l’impegno elettorale, aiutando la città».
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