L'assassino di Rita Morelli mercoledì dal giudice

Ragazza uccisa a New York, udienza per valutare la perizia psichiatrica sul killer

PESCARA. Sono trascorsi cinque mesi dalla morte di Rita Morelli, la commessa di Spoltore di 36 anni uccisa il 23 novembre 2011 nel suo appartamento di New York, la città dove lavorava per mantenersi. Dopo una settimana, l'assassino di 41 anni, uno statunitense originario del Senegal, venne stato arrestato e rinchiuso nel carcere Rikers Island e, mercoledì 2 maggio, Bakary Camara comparirà in tribunale per l'udienza preliminare.

Quella prevista per mercoledì sarà un'altra udienza preliminare per l'assassino Bakary Camara ma da cui dovrebbe emergere, ad esempio, se l'uomo ha le facoltà mentali per essere posto sotto processo che, secondo le previsioni, dovrebbe partire in autunno. Camara, 41 anni, è rinchiuso dal dicembre scorso in una cella di isolamento in attesa che si concluda la fase preliminare che dovrebbe portare al rinvio a giudizio dell'uomo. Già due, a metà gennaio e a fine febbraio, sono state le udienze in cui Camara ha scelto di non parlare, restando sempre a capo chino, con la ex moglie e il fratello in aula.

Una strategia difensiva, quella del silenzio, messa in atto dopo aver ritrattato quanto scritto - «Quando troverete il mio corpo scoprirete anche chi ha ucciso Rita» - nel biglietto che aveva in tasca quando ha tentato il suicidio al momento dell'irruzione dei poliziotti in casa sua. E dopo che, il 20 dicembre, il presidente del tribunale Juan Merchan gli ha negato la scarcerazione disponendo, come richiesto dal difensore, la perizia psichiatrica. Camara, all'epoca, faceva il vigilante a Soho nella stessa catena di abbigliamento dove Rita Morelli, di Spoltore, lavorava come commessa quando, nel 2009, si erano conosciuti. Nessuna relazione sentimentale tra i due, secondo quanto emerso dal computer e dai cellulari di Rita e di Camara, ma un'amicizia a cui, secondo l'accusa, Rita si sarebbe prestata più che altro per umanità. Camara, che tra il 1999 e il 2004 era tornato in Senegal, al rientro negli Stati Uniti non era molto integrato e Rita, cordiale e sensibile, gli avrebbe dato una mano. Ma nulla di più, ha ribadito nelle due udienze preliminari il pm Evan Krutoy.

Nulla di più al punto che i loro contatti, come rilevato dagli accertamenti su telefonini e computer, si sarebbero definitivamente interrotti quando Rita lasciò quell'impiego per andare a lavorare nel ristorante italiano «Buon Gusto» a Manhattan dove negli ultimi due anni era diventata direttrice di sala e dove aveva conosciuto Fernando, il fidanzato di origini messicane che l'ha trovata senza vita nell'appartamento che condividevano al terzo piano di una palazzina nell'East Harlem. Il giorno in cui la donna è stata uccisa coincideva con la vigilia del Ringraziamento.

Secondo le immagini riprese dalle telecamere dei negozi vicino casa sua Rita entra ed esce da un supermercato mentre Camara sta facendo avanti e indietro da un'ora. Sotto casa, la ragazza parla con una vicina e inizia a parlare con Camara che riesce a farsi invitare di sopra. E avviene la tragedia: l'uomo prima tenta di strangolarla e poi l'accoltella due volte. Mentre Rita muore, l'uomo arraffa il computer e pochi soldi per simulare la rapina e scappa. Una settimana dopo, Camara viene tradito da una telefonata, confessa e viene arrestato.

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