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L’avvocato penalista, il governatore e i suoi fedelissimi

Sotto inchiesta Milia, lo storico difensore di D’Alfonso E i collaboratori più stretti: Guido Dezio e Claudio Ruffini

PESCARA. Cinque personaggi abruzzesi eccellenti: il governatore, l’avvocato penalista, il superdirigente del Comune di Pescara, il politico e il capo del Genio civile. Sono loro gli indagati per l’affare della Pescaraporto, un complesso edilizio in costruzione lungo la riviera di Porta Nuova tra il ponte del Mare e il porto turistico.

Sotto accusa c’è il presidente Pd della Regione Luciano D’Alfonso: 50 anni di Lettomanoppello, sposato e tre figli, D’Alfonso è in carica dal 26 maggio 2014. L’elezione alla guida della Regione è arrivata dopo una raffica di assoluzioni in primo grado: arrestato ai domiciliari il 15 dicembre del 2008 per presunte tangenti durante il secondo mandato da sindaco di Pescara, D’Alfonso è stato assolto il 23 febbraio 2013 in primo grado con 25 capi d’accusa svaniti. Nel 2015, dopo l’elezione in Regione, la Corte d’appello ha confermato la sentenza. D’Alfonso, coinvolto anche in altre inchieste, è uscito indenne da tutti i procedimenti a suo carico. Anche se rimane un unico caso ancora aperto. Quello che riguarda l’appalto della strada Mare-Monti a Penne: il governatore, per il suo vecchio incarico di presidente della Provincia, è accusato di truffa insieme ad altri 12 tra cui imprenditori, funzionari Anas e responsabili dei lavori. Per il suo ruolo di governatore, invece, D’Alfonso è indagato anche nell’inchiesta sugli appalti della Regione: il presidente si è sempre professato innocente (vedi pezzo in basso a sinistra).

Con D’Alfonso è indagato anche il suo storico avvocato, Giuliano Milia, 77 anni, uno dei penalisti più noti di Pescara: ha difeso D’Alfonso in tutte le inchieste a suo carico. Imponendogli di restare sempre in silenzio evitando dichiarazioni pubbliche nel processo per le presunte tangenti in Comune. Milia, insieme all’avvocato Giandomenico Caiazza, ha assistito anche l’ex governatore Ottaviano Del Turco nel processo sulla Sanitopoli abruzzese. Ma Milia non è solo un penalista: è anche uno dei soci della Pescaraporto, la società che ha avviato l’intervento edilizio nell’area ex Edison. Pescaraporto risulta intestata a due società minori: Viana, di cui sono azionisti i costruttori Andrea e Luca Mammarella e Uropa, di cui sono soci Ugo, Roberto e Paola Milia, i tre figli dell’avvocato. Riservato fuori dalle aule di giustizia e pragmatico durante le udienze, Milia ha la fama di principe del foro. Tra gli altri, è il difensore del parroco don Vito Cantò, prete accusato di abusi sessuali a Villa Raspa di Spoltore, già condannato dalla Chiesa e sotto processo: proprio in qualità di difensore del prete, Milia ha sollevato un’eccezione che potrebbe riscrivere i rapporti tra Chiesa e Stato. Ha sostenuto che un curato già punito da un tribunale ecclesiastico non può essere sottoposto anche al giudizio di un tribunale penale. Ora sarà la Cassazione a dire se la tesi di Milia è giusta o no.

Guido Dezio, 49 anni, è l’ex braccio destro di D’Alfonso: tra i due c’è un rapporto decennale di stima reciproca. Nel 2004, con D’Alfonso sindaco, è stato dirigente dello staff. Poi, processato con lo stesso D’Alfonso, Dezio è stato sospeso dall’incarico in Comune ma, con l’assoluzione in tasca, è rientrato in municipio dalla porta principale: anche con il successore di D’Alfonso, Luigi Albore Mascia di Forza Italia, Dezio è stato dirigente. In seguito, l’attuale sindaco del Pd, Marco Alessandrini, l’ha nominato vice direttore generale del Comune.

Claudio Ruffini, 64 anni di Giulianova, vanta una lunga carriera politica cominciata come sindaco di Mosciano Sant’Angelo (1986-1994) e proseguita alla Provincia di Teramo come presidente (1994-2004) e poi sindaco di Giulianova tra il 2004 e il 2008. In seguito, tra il 2009 e il 2013, Ruffini è stato consigliere regionale del Pd. È stato anche segretario particolare di D’Alfonso. Proprio per questo incarico fiduciario, Ruffini è coinvolto anche nell’inchiesta sugli appalti della Regione.

Ultimo indagato è Vittorio Di Biase, 49 anni di Tocco da Casauria: attualmente è il dirigente del servizio Genio civile della Regione. Ingegnere, fino al 2015, Di Biase è stato direttore del dipartimento Opere pubbliche della Regione, incarico da cui si è dimesso per motivi personali.

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