PESCARA

L’ex questore Passamonti sarà ascoltato sul caso Moro

Il funzionario è stato convocato dalla commissione parlamentare d’inchiesta  All’epoca era a capo delle Volanti di Roma: fu tra i primi ad arrivare in via Fani

PESCARA. Lo raccontano le foto di quel giorno in via Fani, che lui era lì, tra i primi ad arrivare dopo la strage e il rapimento dell’onorevole Aldo Moro la mattina del 16 marzo 1978 a Roma. Un’esperienza che lo aveva segnato profondamente, a livello umano prima ancora che professionale, come aveva raccontato lo stesso Paolo Passamonti nell’intervista al Centro dello scorso dicembre, alla vigilia del suo pensionamento.
Ma adesso l’ex questore di Pescara che, all’epoca 24enne, dirigeva il quinto Nucleo delle Volanti di Roma, circa 250 uomini da coordinare quando tra Nar, Brigate Rosse, Lotta continua e Potere operaio c’era da correre di continuo, è stato chiamato a riferire di quella mattina dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e la morte di Moro.
Una commissione nuova, istituita con una legge del 2014 e oggi presieduta da Giuseppe Fioroni (Pd), che si propone di riprendere e approfondire il clima politico e l’esatta dinamica dell’agguato e dell’omicidio Moro. È in questo contesto che tra le innumerevoli audizioni di questi mesi, è stata inserita e fissata al primo giugno anche quella di Paolo Passamonti. In particolare, stando a quanto emerso dai vari filoni di indagine pubblicizzati in questi mesi di attività della commissione, uno dei capitoli da approfondire sarebbe quello relativo ai tempi effettivi di arrivo delle varie auto della polizia e dei carabinieri in via Fani. Oggetto, questo, di un capitolo della prima relazione della Commissione Moro in cui si registrano molte anomalie e contraddizioni sugli orari. Arrivando perfino a ipotizzare che, grazie a una segnalazione anticipata, una pattuglia possa essere arrivata a rapimento ancora in corso, e su questa le Br avrebbero fatto fuoco.
Presumibilmente su questo dovrebbe essere ascoltato l’ex questore originario di Pineto, all’epoca dirigente del quinto Nucleo volanti di Roma e, come ha riferito lui stesso più volte, tra i primi ad arrivare in via Fani. Di quel giorno, ecco che cosa raccontò Passamonti al Centro lo scorso dicembre: «Non posso dimenticare quella mattina del 16 marzo in via Fani. Vedere tutti i ragazzi che incrociavo quotidianamente ammazzati così, in quel modo, non te lo puoi scordare. È inimmaginabile quello che c’era quella mattina. Mi ricordo che andai al primo piano di una palazzina a fianco. C’era una signora anziana. Mi abbracciò, scoppiammo a piangere. Ma era un’altra epoca. Tra i poliziotti c’erano tanti ragazzi semplici, felici di quel lavoro, anche se ogni volta che si usciva si rischiava la vita».
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