L’ombra della camorra anche a Montesilvano

Perquisita la casa di un operaio di 45 anni. L’Antimafia di Roma: è legato ai Casalesi.

PESCARA. La camorra allunga i suoi tentacoli sull’Abruzzo e lo fa attraverso personaggi insospettabili. Nel giorno in cui i carabinieri hanno operato i primi 38 di 46 arresti nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio di auto di grossa cilindrata con centrale operativa in Abruzzo e diramazioni in Italia e nell’Est Europa, i militari di Montesilvano si sono presentati a casa di un operaio napoletano. All’uomo, 45 anni, il capitano Enzo Marinelli ha notificato un avviso di garanzia per concorso in associazione di stampo mafioso su indagini della Direzione distrettuale antimafia di Roma. L’operaio, residente da qualche anno a Montesilvano, ha subìto anche una perquisizione domiciliare, nella quale sarebbe saltato fuori materiale contabile ritenuto utile alle indagini romane su camorra e riciclaggio. Il 45enne è risultato titolare di una società, i cui proventi gli investigatori sospettano che confluissero al clan dei Casalesi.

L’azienda opera nel Lazio nell’ambito di una concessionaria per la rivendite e la sostituzione di gomme per auto. Il nome dell’operaio si affianca a quello di Aladino Saidi, 32 anni, di Sora, titolare in Ciociaria e a Roma di quattro concessionarie di lusso. Da lui, infatti, l’organizzazione abruzzese avrebbe acquistato, con la sua complicità, truffando le assicurazioni, almeno due auto. Saidi è stato raggiunto anche da una delle 40 ordinanze della Procura di Roma che, nel basso Lazio, ha scoperto centrali operative dei Casalesi legate al mercato delle auto.

Ieri, intanto, sono cominciati nel carcere di Pescara gli interrogatori degli indagati coinvolti nell’operazione «Hot Wheels», che ha sgominato una presunta organizzazione dedita alle truffe nei confronti di assicurazioni e finanziarie finalizzate all’acquisto fraudolento di auto di grossa cilindrata.

«Sono stato scarcerato e sono libero, per fortuna, perché la giustizia esiste», ha commentato l’imprenditore, assistito dall’avvocato Giancarlo De Marco e titolare di agenzie immobiliari, «Ho incontrato un giudice competente che ha analizzato con la massima razionalità la situazione e ha visto la mia totale estraneità ai fatti. Mai avuto a che fare con teste di legno. E la stessa estraneità è quella di mia moglie (ai domiciliari, ndr) che non c’entra assolutamente niente. E’ stato solo un errore clamoroso».

Campli, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha invece lasciato in carcere Fabio Colonna, ritenuto a capo del ramo pescarese dell’organizzazione, che ha ammesso di aver effettuato qualche truffa. Ha, invece, negato tutte le accuse a suo carico, l’imprenditore teatino Luciano Bellia, che ha ottenuto l’obbligo di dimora. L’altro Bellia arrestato, Giovanni, ha negato ai magistrati l’esistenza di un ramo teatino dell’organizzazione, che, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito.

Ai domiciliari Mauro Mattucci, il costruttore di Montesilvano, ritenuto promotore e coordinatore del sodalizio, che pure ha respinto ogni accusa. Scarcerato anche Attilio Antonelli, la cui posizione è marginale, mentre il fratello Marco ha ottenuto i domiciliari. I due sono assistiti dagli avvocati Pierluigi De Virgiliis e Alfredo Testa. Il teatino Sandro Chiarini resta invece in carcere. Gli interrogatori di garanzia proseguiranno domani. Lunedì, saranno sentiti gli indagati ai domiciliari.