L’Udc dice basta: «Maggioranza addio» 

Scoccia darà solo l’appoggio esterno. A Pescara, Chieti e Montesilvano gli assessori diserteranno le giunte. La Lega: restino fuori

PESCARA. L’Udc ha detto basta. In Regione darà solo l’appoggio esterno, mettendo a rischio la maggioranza di centrodestra di Marco Marsilio che due giorni fa ha celebrato i primi 180 giorni di governo. Ma il caso politico esploso ieri, dopo aver covato per mesi, ha superato i confini dell’Emiciclo e rischia di espandersi a macchia d’olio perché nei grandi Comuni dove l’Udc governa, Pescara, Chieti e Montesilvano, gli assessori non parteciperanno più alle riunioni di giunta. Lo stesso accadrà nei piccoli.
La decisione radicale è stata presa ieri a Pescara, al termine della direzione regionale, nella sede di piazza Unione della Regione, alla quale ha preso parte anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc. Il partito fa quadrato intorno alla consigliera regionale Marianna Scoccia esclusa, dall’inizio della legislatura e per volere della Lega, dalle riunioni e dalle decisioni della maggioranza di Marsilio. Ma anche all’interno dell’Udc si è consumato un braccio di ferro che ha visto opposti i falchi, tra cui naturalmente la diretta interessata, appoggiata dal marito, Andrea Gerosolimo, da Andrea Buracchio e da molti altri, contro le colombe, come il segretario Enrico Di Giuseppantonio, messo in minoranza. Oggi infatti la segreteria regionale del partito, dopo il via libera di Cesa, diramerà la nota ufficiale sulla rottura. Ma dalla Lega Abruzzo è già arrivata la risposta. L’ha data pubblicamente Luigi D’Eramo, durante un affollato incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio a Dragonara di San Giovanni Teatino in onore dei giovani leghisti.
In parole semplici, il deputato del Carroccio ha detto che alla Lega non importa nulla delle decisione dell’Udc. Una linea, quella di D’Eramo, tracciata dal segretario regionale, Giuseppe Bellachioma che ha testualmente dichiarato al Centro: «Noi siamo stati sempre molto chiari dall’inizio. La linea della Lega Salvini Abruzzo verso l’Udc non cambia». La Scoccia cioè deve restare esiliata dalla maggioranza.
Frasi, quelle leghiste, che accentuano la spaccatura e rendono ancora più difficile l’opera che Marsilio dovrà fare per tentare di un’operazione di ricucitura. Sempre ammesso che voglia farlo. La Lega, dal canto suo, è invece concentrata verso ben altri obiettivi, primo fra tutti far approvare in tempo record in Abruzzo, già nel consiglio regionale di martedì, la proposta di legge sul referendum elettorale. L’ordine è partito dall’alto, cioè da Salvini in persona. Così l’Udc non rientra, per ora, nell’agenda di Bellachioma. Eppure la rottura non sarà indolore.
È andata in crescendo, ieri, la decisione del partito della Scoccia. È partita con frasi, dette prima del direttivo, che suonavano come l’ennesimo ultimatum. Ha esordito Cesa: «Abbiamo sottoscritto un programma con gli alleati di questa regione. Non ci chiamano? Allora arrivederci e grazie. Mica possiamo stare a pietire posti o presenza. Non lo abbiamo mai fatto. Ma chiediamo pari dignità tra tutti i partiti perché abbiamo partecipato alle elezioni regionali, con la nostra lista, dando il nostro contributo per far vincere Marsilio e il centrodestra. Se non ci ascolteranno ne prenderemo atto. Daremo l’appoggio esterno a questo governo votando solo le cose che ci piacciono, ma diremo no a quelle che non piacciono. Saremo da pungolo a questa maggioranza». Dopo di lui la Scoccia, più risoluta: «È chiaro ed evidente che si va verso l’appoggio esterno. Abbiamo già chiesto a Marsilio di vederci, di incontrarci e sederci attorno ad un tavolo. Ad oggi non c’è stata da parte del presidente nessuna risposta nei confronti del nostro partito, per cui è chiaro ed evidente che si va verso l’appoggio esterno. Ovviamente rimarrò all’interno della maggioranza, ma deciderò volta per volta quelli che sono i provvedimenti e le leggi giuste e necessarie per il nostro Abruzzo». Due ore dopo, la linea dettata dalla consigliera esiliata è prevalsa. Alla fine della riunione l’Udc ha detto addio a Lega, Forza Italia ed Fdi.