La maggioranza si spacca sulle case per la riviera sud

Sel annuncia il voto contrario al progetto presentato dalla società Pescaraporto mentre Forza Italia minaccia un esposto alla procura della Repubblica

PESCARA. È bufera sul progetto per la realizzazione di appartamenti, al posto degli uffici, sul punto più bello della riviera di Porta Nuova, nell’area ex Edison, a pochi passi dal ponte del Mare. La maggioranza si è spaccata sulla richiesta presentata agli uffici del Comune dalla società Pescaraporto, di cui sono azionisti i figli del noto avvocato Giuliano Milia e la famiglia di imprenditori Mammarella, per il nuovo cambio di destinazione d’uso dell’area da direzionale, cioè uffici, a residenziale, ossia appartamenti. Ieri il presidente della commissione Gestione del territorio, nonché consigliere di Sel, Ivano Martelli ha lanciato un avvertimento alla sua maggioranza. Ha detto, innanzitutto, di essere fortemente contrario al cambio di destinazione d’uso dell’area e poi si è raccomandato affinché la richiesta della società venga discussa e votata in consiglio comunale. «Questa è una decisione di competenza del consiglio comunale», ha affermato, «tra l’altro, quell’area è inserita nel Piano particolareggiato Pp2, dove il Comune ha previsto la realizzazione di uffici». Martelli ha quindi preannunciato il voto contrario di Sel al cambio di destinazione d’uso, se dovesse essere esaminato dall’assemblea civica e non ha escluso un’eventuale bocciatura in aula. Ma la strada che l’amministrazione comunale sembra intenzionata a percorrere appare diversa da quella auspicata dal presidente della commissione. Gli uffici starebbero verificando la possibilità di rilasciare direttamente i titoli edilizi alla società di Milia e Mammarella, evitando così il passaggio in consiglio comunale e il rischio di una bocciatura.

Ma Forza Italia è già in allarme. Il capogruppo Marcello Antonelli ha minacciato un esposto alla procura della Repubblica, se dovesse saltare l’esame in consiglio. «Il passaggio in consiglio è indispensabile», ha osservato il capogruppo, «in caso contrario, presenteremo un esposto alla procura per segnalare la violazione delle prerogative dell’assemblea civica previste dalla legge. Il Comune poi dovrebbe imporre alla società il pagamento del contributo straordinario di costruzione». Tra l’altro, Pescaraporto non è la prima volta che richiede ed ottiene il cambio di destinazione d’uso. La società aveva già ricevuto il permesso dal Comune di trasformare l’albergo, previsto inizialmente, in uffici e negozi. Ora, quegli uffici dovrebbero diventare appartamenti facendo lievitare, forse, il valore dell’investimento.

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